Il Parlamento Europeo ha votato ieri ( 8 ottobre 2013) la revisione delle normativa per il controllo dei prodotti del tabacco (TobaccoProducts Directive – TPD).
Il Parlamento ha respinto la proposta della commissione ENVI di regolamentare le sigarette elettroniche come farmaci che potranno essere vendute in negozi e tabaccai e non esclusivamente in farmacia.
Per quanto attiene le sigarette convenzionali è stata respinta la richiesta di ricoprire almeno il 75% dei pacchetti con immagini e scritte di avvertimento sui rischi del fumo, passa la proposta per coprirne il 65%. E’ stata rifiutata la proposta di vietare le sigarette slim (con un diametro inferiore ai 7,5 mm).
Saranno vietati i pacchetti da meno di 20 sigarette e l’uso del mentolo dal 2022.
L’opinione pubblica si divide, ci si aspettava norme più rigide a sostegno della lotta al fumo, e invece sembra che gli sforzi delle multinazionali del tabacco, siano serviti ad influenzare l’esito del voto (fonte “Indipendent”)
Il voto del Parlamento Europeo consentirebbe un margine di manovra per una regolamentazione equilibrata della sigaretta elettronica senza tuttavia mettere a rischio l’esistenza, l’evoluzione e il libero commercio del prodotto.
La scelta della commissione ENVI di imporre una normativa di tipo farmaceutico a un prodotto di largo consumo che viene utilizzato come sostitutivo sicuro della sigaretta convenzionale (e non come farmaco) era fondamentalmente sbagliata. La decisione di rigettare una regolamentazione di tipo farmaceutico per le sigarette elettroniche è
un primo grande passo per consentire che questi prodotti possano svolgere il loro ruolo nella riduzione dei danni causati dal fumo di tabacco.
Se è una buona notizia che le sigarette elettroniche non saranno considerate alla stessa stregua dei medicinali e che potranno essere vendute liberamente, tuttavia la situazione rimane immutata e particolarmente grave nei paesi EU che hanno deciso di normare le sigarette elettroniche come prodotti derivati dal tabacco.
Questa normazione è legge in Italia dall’Agosto 2013, ma andrebbe cancellata in quanto immorale, anticostituzionale e lesiva per la salute pubblica. Di fatto la legge obbliga al pagamento di pesanti accise (storicamente previste per poter far fronte all’aumento della spesa sanitaria dovuta all’aumentata prevalenza di malattie fumo-correlate)
sulle sigaretta elettroniche e accessori rendendoli assolutamente meno competitivi rispetto alla sigaretta convenzionale. Se questa scelta non sarà modificata in tempo, si subiranno riflessi negativi per la salute pubblica.
Una forma di regolamentazione per questi prodotti è tuttavia necessaria. Questo è il momento di spingere per proporre regole utili ed equilibrate a tutela del consumatore.
1) elevato standard qualitativo di produzione;
2) etichettatura precisa che indichi contenuti e dosagi;
3) indicazioni e limitazioni chiare sul loro utilizzo.
Ora più che mai, i produttori di sigarette e di liquidi elettronici devono dimostrare, e non solo pubblicizzare, che i loro prodotti sono di alta qualità.