venerdì, Novembre 22, 2024
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FDA: protezione dei minori o benefici per gli adulti? Questo il dilemma

Il 9 settembre, la Food and Drug Administration (FDA) deciderà il futuro del tabacco e della nicotina negli Stati Uniti, e non solo. Questa settimana sarà estremamente importante perché si deciderà quali prodotti a rischio ridotto potranno rimanere sul mercato.

Le decisioni dell’ente statunitense non influenzeranno solo il futuro economico dei proprietari di piccole imprese e delle grandi aziende di svapo; in gioco ci saranno anche i diritti di milioni di attuali fumatori ed ex fumatori che rischieranno di non poter più usufruire delle alternative più sicure che potrebbero salvare le loro vite.

Legislatori e gruppi di attivisti hanno lanciato l’allarme dello svapo giovanile per spingere la FDA a vietare i liquidi aromatizzati. Nell’immaginario popolare, lo svapo seduce i giovani e contribuisce alla loro dipendenza da questi prodotti, rinormalizzando l’uso del tabacco e giustificando così il divieto di vendita di sigarette elettroniche anche agli adulti. Ma i potenziali benefici salvavita delle e-cigarette per i fumatori adulti meritano un’attenzione pari ai rischi per i giovani.

I sostenitori dell’Harm Reduction se da una parte non respingono le preoccupazioni sull’uso di questi prodotti da parte dei giovani, dall’altra si concentrano soprattutto sull’obiettivo di prevenire le morti causate dai danni del fumo. Facendo sempre leva sugli studi che confermano come lo svapo sia molto più sicuro del fumo di sigaretta, e più efficace dei cerotti o delle gomme alla nicotina nell’aiutare i fumatori a smettere. In questi giorni l’urgenza sta proprio nel trovare un equilibrio fra la protezione dei minori e il grande aiuto che la sigaretta elettronica può dare a chi fuma.

Kenneth Warner e David Mendez, entrambi della School of Public Health dell’Università del Michigan, lo hanno illustrato in uno studio dello scorso anno che ha simulato 360 diversi scenari su come lo svapo potrebbe avere un impatto sulla salute americana. Nel 99% di questi scenari, i risultati sono stati positivi. Allo stesso modo, il modello pubblicato da David Levy della Georgetown University e altri ricercatori sulla rivista Tobacco Control prevede che il passaggio dal fumo allo svapo eviterebbe tra 1,6 e 6,6 milioni di morti premature entro il 2100.

Ma nell’ultimo anno, a causa della cattiva informazione, la maggior parte ha avuto una visione distorta dei rischi dello svapo, in molti hanno creduto erroneamente che lo svapo sia dannoso quanto il fumo. Le politiche statunitensi focalizzandosi molto su come eliminare lo svapo giovanile, hanno contribuito allo stesso tempo a ridurre il potenziale contributo che lo svapo può dare ai fumatori adulti. Si dovrebbe trovare un modo per proteggere i minori, ma senza penalizzare gli adulti così come si sta facendo, ovvero: privandoli degli strumenti alternativi di cui hanno usufruito fino ad oggi.

Ridurre drasticamente e precipitosamente l’accesso a questi prodotti potrebbe presentare un serio rischio per tutti gli adulti, in particolare gli ex fumatori, che attualmente usano le sigarette elettroniche. Privarli di tali strumenti, li farebbe tornare alle sigarette convenzionali.

Questo è esattamente quello che si verificherà il 9 settembre se la FDA adotterà l’approccio sbagliato.

Nonostante i progressi che sono stati fatti fino ad oggi per eliminare il fumo, 34 milioni di americani continuano a fumare e più di 400.000 di loro muoiono prematuramente ogni anno. I fumatori meritano di meglio e per molti, l’accesso a opzioni più sicure e attraenti è una questione di vita o di morte. Togliergliela sarebbe una tragedia che la FDA potrebbe evitare scegliendo la riduzione del danno invece che il proibizionismo.

Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.

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