martedì, Luglio 2, 2024
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Global Action to End Smoking: nuovo approccio all’harm reduction 

L’evento lancio della nuova Global Action to End Smoking, ex Foundation for a Smoke-Free World, ha acceso i riflettori sul nuovo corso della fondazione americana, che punta sul ridefinire l’approccio alle strategie di riduzione del danno, incentrandole sull’esperienza del fumatore e su nuovi progetti di ricerca

La Foundation for a Smoke-Free World cambia volto, presentandosi per la prima volta durante un evento di lancio a Washington lunedì 13 maggio: la nuova Global Action to End Smoking snellisce il proprio programma, implementando le linee guida con nuovi programmi a sostegno di ricerca ed educazione.

Il rebranding della Fondazione americana crea le fondamenta per nuove attività a supporto della strategie di riduzione del danno, attraverso un approccio olistico e multisettoriale che metta al primo posto l’esperienza del fumatore o del consumatore di tabacco, troppo spesso stigmatizzato o lasciato da parte. 

L’obiettivo di Global Action to End Smoking è quello di riuscire a integrare le lezioni apprese dalle comunità che si dedicano alla ricerca e alla diffusione di informazioni scientifiche nel campo della riduzione del danno da fumo, relazionandole alla visione del fumatore e all’ambiente socio-economico in cui si muove, con un focus specifico sulle comunità emarginate e ai paesi a basso e medio reddito.

Tra le novità che si inseriscono in questa nuova dimensione, la creazione di un programma dedicato alla cessazione da fumo: il programma Cessation Education mira a diffondere informazioni olistiche e basate su evidenze scientifiche agli attori più importanti nel campo della sanità pubblica, compresi gli operatori sanitari e i consumatori, in particolare le persone che attualmente fumano e hanno il bisogno più urgente di smettere. 

La prima sovvenzione di questo progetto viene affidata a Urban Institute: gli esperti studieranno il disturbo da uso di tabacco e la dipendenza dalla nicotina tra gli individui a basso reddito in tutti i 50 stati degli Stati Uniti e nel Distretto di Columbia. Questo lavoro colmerà una lacuna nella ricerca sull’equità relativa all’erogazione efficace dei trattamenti per smettere di fumare e fornirà soluzioni tangibili progettate per ridurre i tassi di fumo e migliorare la salute pubblica per i più bisognosi.

L’evento di lancio di Global Action to End Smoking è stato anche l’occasione per un dibattito sulle prospettive future della riduzione del danno e l’approccio ai dispostivi a  rischio modificato: al panel hanno partecipato Cliff Douglas, presidente e CEO di Global Action to End Smoking; il dottor Leighton Ku, Direttore del Health Policy Research Center presso il  Milken Institute of Public Health, George Washington University, e il dottor Anthony Salandy, Senior Director of Development and Business Strategy presso National Harm Reduction Coalition.

La riduzione del danno è un approccio che può ridurre i tassi di overdose nel paese” spiega il dottor Salandy “Molto spesso pero l’harm reduciton non si focalizza sulla cessazione da fumo. Le strategie sulle quali si fondano gli interventi di riduzione del danno possano certamente inglobare la smoking cessation, a patto che mettano al centro l’individuo”.

Uno dei problemi più urgenti da indirizzare riguarda quello delle disparità sociali” aggiunge il dottor Ku “com’é possibile che le persone possano modificare abitudini non salutari se non possono avere accesso alle stesse categorie di trattamenti e farmaci?”.

Considerando che le politiche sanitarie hanno bisogno di tempo per attuare i cambiamenti necessari, secondo il CEO Cliff Douglas, è necessario porre il focus su alcuni aspetti fondamentali, tra cui la necessità di una distinzione tra i prodotti del tabacco, diversi per scopo e uso, e il fornire l’autonomia necessaria ai consumatori per attuare scelte consapevoli per la propria salute.

L’evento completo a questo link:

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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