Quali sono i dati scientifici a disposizione riguardo i principali prodotti di erogazione di nicotina a rischio ridotto e, in particolare, per le sigarette elettroniche?
Un gruppo di esperti in Harm Reduction e di scienziati ne ha discusso martedì scorso, durante il meeting virtuale In Focus:Tobacco Harm Reduction organizzato dal World Forum on Tobacco and Nicotine (GTNF).
Il panel è stato anche un’opportunità ed una finestra aperta per il pubblico al fine di evidenziare il ruolo fondamentale della scienza nel fornire dati neutri e scevri da pregiudizi, con l’obiettivo di aiutare i consumatori a scelte consapevoli in grado di migliorare la propria salute.
All’evento hanno partecipato alcuni dei nomi più illustri del panorama internazionale, tra cui l’Ambasciatore James K. Glassman, intervenuto a favore della tutela delle scelte dei consumatori: “I consumatori vogliono prodotti che possano migliorare le loro vite, indipendentemente da tutti gli ostacoli che i governi possono creare. Le scelte dei consumatori semplicemente non possono essere negate“, sottolineando al contempo la necessità di combattere la disinformazione e la circolazione di informazioni errate o distorte sulle strategie di Harm Reduction.
Il Dott. Neil Mckeganey, direttore del Centre for Substance Use Research all’Università di Glasgow, ha annunciato il lancio dello studio “The Big Vape Survey“, che verrà condotto nel Regno Unito su un campione di 30.000 fumatori di età pari o maggiore di 30 anni: “Lo scopo dello studio è valutare l’efficacia comparata di diversi dispositivi a rischio ridotto in merito alla capacità di cambiare le abitudini di fumatori adulti, valutando quanto velocemente avviene lo switch dal fumo a questi dispositivi, quando avviene la riduzione nel numero di sigarette fumate e qualsiasi cambiamento in merito alla voglia di smettere di fumare“.
Ad intervenire a nome del CoEHAR, il fondatore Riccardo Polosa, Professore di Medicina Interna presso l’Università di Catania, a testimonianza dell’attenzione che la ricerca del centro catanese sta ricevendo a livello internazionale.
Il professore ha messo in dubbio tutte quelle ricerche scientifiche che stabiliscono un legame certo tra sigarette elettroniche e l’incidenza delle malattie polmonari ostruttive croniche e dell’asma, specificando che l’uso intermittente non è l’ideale modo per valutare un presunto effetto dannoso delle sigarette elettroniche, soprattutto perché tali studi escludono la storia del fumo della coorte studiata. Questi risultati, secondo lo scienziato, lascerebbero perplessi i consumatori sul continuare ad utilizzare questi prodotti o abbandonarli del tutto.
“Penso che un rigoroso approccio scientifico nei confronti dell’Harm Reduction non bisogna essere considerato un ostacolo ma una risorsa. Una risorsa che può generare una scienza credibile, che possa rompere le barriere e diminuire le divisioni tra i ricercatori” ha aggiunto il Prof. Polosa
Tra gli interventi dei panelist, importante sottolineare la necessità, secondo molti, che le scelte dei consumatori siano supportate dai risultati e dai dati di studi standardizzati: “Il punto di fondo è che non siamo creature razionali” ha dichiarato David M. Abrams, Professore presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Comportamentali della New York University “convinzioni forti e di matrice emotiva possono prevalere sulle raccomandazioni ed sulle evidenze scientifiche, ma dobbiamo essere precisi e scientifici perché in palio ci sono ile vite di circa un miliardo di fumatori nel mondo“.
Antonino D'Orto, giornalista, laurea in Comunicazione e Relazioni internazionali è impegnato da anni nella comunicazione istituzionale ed Ufficio Stampa. Per LIAF Magazine si occupa di Esteri, Riduzione del Danno da Fumo, geopolitica sanitaria.