L’edizione 2021 di GTNF è giunta al termine. Come ogni anno, gli argomenti discussi hanno riguardato un’ampia varietà di temi che vanno dall’innovazione tecnologica al cambiamento guidato dalla scienza nel mondo della riduzione del danno da tabacco.
Tra i relatori dell’edizione 2021, il Prof. Riccardo Polosa, Professore Ordinario di Medicina Interna all’Università di Catania e fondatore del Centro di Eccellenza per l’Accelerazione della Riduzione del Danno (CoEHAR).
Durante la sessione “Open Mic” – che ha affrontato le principali questioni che sostenitori, scienziati e persone del settore stanno affrontando per migliorare le politiche THR in tutto il mondo – il Prof. Polosa ha risposto a diverse domande del pubblico in sala e degli ospiti collegati online.
Tra queste, la minaccia rappresentata dalla disinformazione, il ruolo della ricerca scientifica nel fornire un messaggio chiaro a governi e pazienti, le ragioni dietro la dipendenza da nicotina e la motivazione che spinge i fumatori a continuare nelle loro abitudini.
Il primo intervento del Prof. Polosa si è concentrato sul lavoro del Centro di eccellenza per l’accelerazione della riduzione del danno (CoEHAR) e sulla necessità di tecniche scientifiche chiare per misurare il miglioramento della salute quando i fumatori smettono di fumare.
“Come misuriamo il miglioramento della salute quando si smette di fumare? Al CoEHAR ci concentriamo sulla ricerca di metodi efficaci e innovativi per rispondere a questa domanda”.
Rispondendo a una domanda del pubblico in sala, che chiedeva della confusione e della mancanza di programmi di cessazione e di professionisti da contattare quando un fumatore vuole smettere, il Prof Polosa ha dichiarato:
“Diffondere informazioni scientifiche tra gli operatori sanitari è fondamentale per guidare le persone verso prodotti per la somministrazione di nicotina più sicuri”.
Il Prof. Polosa ha anche discusso del ruolo della nicotina e dell’incomprensione alla base dell’informazione scientifica che ancora oggi, nonostante le numerose evidenze, la “etichetta” come dannosa:
“Penso che semplifichiamo eccessivamente le ragioni alla base delle dipendenze del fumatore. Ogni persona ha una reazione diversa quando smette e ha un approccio diverso durante il programma di cessazione. Credo che il libro delle dipendenze debba essere riscritto”.
Antonino D'Orto, giornalista, laurea in Comunicazione e Relazioni internazionali è impegnato da anni nella comunicazione istituzionale ed Ufficio Stampa. Per LIAF Magazine si occupa di Esteri, Riduzione del Danno da Fumo, geopolitica sanitaria.