Si chiama iQOS il nuovo prodotto della Philip Morris International (PMI) che si lancia oggi in Italia in 430 punti vendita del milanese. Stiamo parlando del dispositivo a tabacco riscaldato (c.d. heat no burn), di cui vi avevamo riferito qualche mese fa in un nostro articolo. Heat no burn (HnB) riscalda ma non brucia e sembra assicurare una riduzione complessiva del rischio tossicologico che si pone tra il 70 e il 90%, essenzialmente in virtù della mancata combustione del tabacco.
Il dispositivo HnB (iQOS) si presenta come una penna stilografica contenente all’interno un elemento riscaldante che permette l’introduzione di una sigaretta Marlboro appositamente modificata (c.d. Marlboro HeatStick), con tabacco finemente triturato e miscelato con glicole propilenico.
La sigaretta riscaldata è simile alla sigaretta elettronica ma, a differenza di questa, utilizza una matrice solida composta da tabacco imbevuto di glicole propilenico che permette la produzione di “aerosol di tabacco”. L’e-cig utilizza, invece, una matrice liquida composta da glicerina e glicole propilenico, che produce vapore in cui è presente nicotina.
iQOS produce dunque nuvole come una bionda, ma con un’importante riduzione di molti degli elementi tossici rilasciati dalla combustione del tabacco. Tuttavia, il profilo di assorbimento della nicotina da una Marlboro HeatStick risulta sovrapponibile a quello di una Marlboro rossa convenzionale.
Dopo il lancio di iQOS in Giappone poche settimane fa, ora tocca a Milano fare da città test. Chissà come reagiranno gli italiani di fronte a una sigaretta riscaldata ad alta tecnologia che avrà lo stesso prezzo di una Marlboro classica.
“Attualmente, la Marlboro HeatSticks in Italia è soggetta alla stessa tassazione della sigaretta convenzionale – ha commentato il prof. Riccardo Polosa – Auspichiamo che in futuro la legislazione italiana preveda un diverso trattamento economico per i prodotti a rischio ridotto. Ma mentre per le e-cig le prove scientifiche a supporto della riduzione del rischio sono tante, per iQOS bisognerà prima dimostrare con ricerche indipendenti la sua eventuale appartenenza a questa categoria.”
“Qualsiasi tecnologia, strumento o azione volti alla riduzione del danno e del rischio tabagico, purchè scientificamente provato, devono essere presi in seria considerazione – ha dichiarato il presidente LIAF, prof.ssa Lidia Proietti – E’ importante però stabilire il loro esatto posizionamento all’interno di una scala del rischio”.
Il Direttore Esecutivo di PMI, Andre Calantzopoulos, ha dichiarato che la sua azienda ha speso circa 2 miliardi di dollari in un decennio per lo sviluppo di prodotti di tabacco a rischio ridotto, e ora è pronta a entrare in un mercato che ha già visto la proliferazione delle sigarette elettroniche. “L’industria del tabacco è alle prime fasi di un processo di trasformazione”, ha commentato Calantzopoulos.