Il calo del numero di fumatori sta cambiando anche la geografia economica mondiale. Secondo un articolo pubblicato di recente su Il Sole 24 Ore, le Big Tobacco avrebbero per la prima volta iniziato la loro discesa in borsa.
Da un anno a questa parte, infatti, per via della crescente perdita di fumatori in tutto il mondo, anche le grandi multinazionali starebbero affrontando i primi periodi di crisi.
La diffusione degli strumenti a rischio ridotto sta creando un esercito di consumatori consapevoli che pian piano si sta allontanando dal consumo di sigarette convenzionali verso soluzioni meno dannose. Ed il mercato delle e-cig è così frammentato da non assicurare le “gloriose” entrate del tabacco combustile, specie in alcuni paesi.
In questo grafico, il più noto quotidiano economico italiano, mostra come la percentuale di fumatori dal 2007 al 2016 si è drasticamente ridotta in tutto il mondo, tranne in Cina dove, ricordiamo, l’elevato tasso di tabagismo sta contribuendo anche alla riduzione della natalità.
Il cambiamento più radicale è quello però registrato in Russia. Con quasi il 10% di fumatori in meno, infatti, questo è il Paese dove, grazie ad una nuova e più incisiva legge antifumo, sono stati introdotti i divieti di fumo nei luoghi pubblici e multe salatissime per i trasgressori delle norme.
Ma il 2016 non è stato l’anno della svolta epocale. Come noto, il mercato delle elettroniche sta avendo in questi mesi una fortissima ascesa.
Sulla scia di questo successo è facile prevedere che i dati del 2019 mostreranno un calo del numero di fumatori ancora più alto in tutto il mondo.
L’opportunità data ai fumatori (specie a quelli affetti da particolari patologie che non riescono a smettere da soli) di scegliere consapevolmente un prodotto meno dannoso, seppur non redditizia per le casse delle multinazionali, è di certo rivoluzionario per la salute globale.