giovedì, Novembre 21, 2024
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Kyriakides: prove deboli sulle ecig. Polosa e Canino: la scienza dice altro

L’intervento del Commissario alla salute Stella Kyriakides in merito alle sigarette elettroniche, sulle quali “esistono prove deboli a sostegno dell’efficacia delle stesse nell’aiutare i fumatori a smettere”, ha suscitato scalpore: in una lettera indirizzata alla Kyriakides, il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, e il presidente dell’associazione ANPVU, Carmine Canino, rispondono punto per punto alle assurde dichiarazioni pubblicate.

Non c’è un attimo di tregua sul fronte europeo del vaping: ultima in ordine cronologico, la replica del Commissario alla salute Stella Kyriakides in merito all’interrogazione della parlamentare del Partito Popolare Europeo, Sara Skyttedal, in data 16 marzo 2022, in cui si chiedeva se le posizioni espresse dalla Commissione speciale dell’Europarlamento sulla lotta contro il cancro in merito al ruolo positivo della sostituzione delle sigarette con prodotti alternativi a base di nicotina trovassero il consenso della Commissione Europea per la salute. 

Secondo il report della Commissione speciale dell’Europarlamento sulla lotta contro il cancro, nota con il nome di BECA, le sigarette elettroniche possono essere un valido aiuto per tutti coloro che vogliono smettere di fumare, riducendo il rischio di patologie correlate.

Nella risposta all’interrogazione della parlamentare, il Commissario Kyriakides sottolinea invece che esistono “da un lato, prove a sostegno delle conseguenze dannose del consumo di sigarette elettroniche e, dall’altro, prove deboli a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere”.

Una risposta sicuramente influenzata dal rapporto del Comitato Scientifico su Salute, Ambiente e Rischi Emergenti della Commissione Europea, lo SCHEER, che da una parte sostiene che le prove a favore dell’utilizzo delle sigarette elettroniche come strumenti di cessazione non sarebbero sufficienti, mentre dall’altra afferma che le prove sono sufficienti quando si analizzano i rischi potenziali connessi al loro uso.

Lo stupore deriva dal fatto che la sua risposta, ribadendo, come si legge nella lettera firmata da Riccardo Polosa e Carmine Canino “l’oramai consumato approccio del principio di precauzione nei confronti dei prodotti da svapo, non tiene in considerazione che persino le autorità sanitarie statunitensi (i.e. Food & Drug Administration – FDA) hanno cominciato a certificarli quali utili strumenti per la lotta contro il tabagismo”.

Il parere dello SCHEER è palesemente fuorviante” continuano gli esperti “come comprovato in un documento recentemente pubblicato sulla rivista scientifica di settore, Harm Reduction Journal, che sottolinea come le conclusioni avanzate dallo SCHEER siano condizionate dalla omissione relativa ai benefici per la salute individuale e a livello di popolazione derivanti dalla sostituzione del fumo con le sigarette elettroniche“. 

Nonostante la mole delle evidenze scientifiche, purtroppo il settore del vaping rimane ancora in ostaggio di teorie ormai ampiamente confutate e che spostano l’attenzione dal vero focus della ricerca: i fumatori che desiderano smettere rimangono frastornati dai pareri contrastanti delle autorità di salute pubblica e, in molti casi, non approcciano gli strumenti a rischio ridotto, di cui si riconosce ormai l’efficacia nei percorsi di cessazione.

La missiva di Polosa e Canino si conclude auspicando “una sua più aperta e serena valutazione delle opportunità offerte dalla riduzione del danno per una salute migliore di tutti i cittadini europei”.

Leggi qui il testo integrale della lettera

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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