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La geografia dell’harm reduction: snus e tabacco da mastico sono ampiamente diffusi a livello mondiale, ma la letteratura è incompleta e potenzialmente disinformante

Una nuova review ha dimostrato come la maggior parte degli studi sui prodotti privi di combustione si focalizzi principalmente sugli esiti avversi in termini di salute, variando a seconda della regione in cui è stato condotto lo studio e ignorando i possibili benefici di uno switch dalle sigarette a questi prodotti.

Catania, 6 dicembre 2021– Snus, tabacco da masticare, snuff: il consumo di prodotti da tabacco diversi dalle sigarette e dai dispositivi elettronici contenenti nicotina è molto diffuso a livello mondiale e, in alcune forme, rappresenta un’alternativa più sicura al fumo di sigaretta.

Purtroppo, le informazioni sulla relativa sicurezza di questa categoria di prodotti si basa su studi di scarsa qualità.

Un pool di ricercatori internazionali ha voluto quindi monitorare le prove in materia attraverso una review sistematica degli studi condotti sui prodotti del tabacco senza fumo tra il gennaio 2015 e il febbraio 2020.

Lo studio, intitolato The health impact of smokeless tobacco products: a systematic review”, e pubblicato sul prestigioso Harm Reduction Journal, ha valutato i risultati di 53 studi, dividendoli sulla base della forza dei dati ottenuti, della qualità, delle tipologie di strumento monitorato e delle aree geografiche in cui sono stati condotti.

Dall’analisi, è emerso che la qualità generale degli studi è risultata essere bassa (43%), soprattutto tra quelli compiuti nell’area di Asia, Medi Oriente e Africa.

Tutti gli studi rilevano incredibili discrepanze nella sicurezza per la salute dei differenti prodotti del tabacco senza fumo e tra le differenti aree geografiche. Dai zero rischi rilevati per l’uso di snuss negli studi svedesi fino a rischi elevati di mortalità, cancro e patologie respiratorie per l’area mediorientale, africana e asiatica, con un livello di rischio intermedio per i prodotti negli Stati Uniti.

Quello che però colpisce maggiormente, è che nessuno studio riporta un’associazione positiva tra l’uso di questi prodotti e il possibile abbandono della sigaretta convenzionale.

“I risultati di questo nostro studio sono perfettamente in linea con la geografia politica delle principali normative in materia di riduzione del rischio” spiega il prof Polosa, fondatore del CoEHAR e uno degli autori della review “Paesi come la Svezia e la Norvegia, tradizionalmente aperti alle politiche di riduzione del rischio attraverso la commercializzazione di prodotti combustion-free contenenti nicotina, riconoscono ai fumatori il diritto ad alternative a basso rischio e registrano oggi una prevalenza del tabagismo tra le più basse in tutta Europa.”

“L’ampia disponibilità di sistemi a rilascio di nicotina più sicuri senza la percentuale di danno apportata dal tabacco combusto, come è stato dimostrato per lo snus svedese e alcune altre forme di prodotti del tabacco senza fumo, rappresenta una strada da percorrere per porre fine al fumo di sigaretta in un futuro non troppo lontano, come stiamo già assistendo in Svezia e Norvegia. È necessario fare una chiara distinzione tra lo snus, più sicuro, e i prodotti del tabacco raffinati senza fumo utilizzati in Svezia, Norvegia e sempre più negli Stati Uniti, e i prodotti del tabacco senza fumo non raffinati molto più rischiosi utilizzati in Asia, Medio Oriente e Africa” ha aggiunto Cother Hajat, dell’Università degli Emirati Arabi Uniti.

LA REVIEW

I prodotti come snus e tabacco da mastico rappresentano una grossa fetta delle abitudini di molti paesi: in Svezia l’uso di snus si attesta al 20%, mentre in India la popolazione rappresenta  i 2/3 di tutto il consumo globale, con tassi di prevalenza maggiore tra gli uomini (30%) rispetto alle donne (13%).

Sono state identificate 4 principali aree geografiche: di questi 53 studi, infatti, 6 erano globali, 32 sono stati condotti nella zona compresa tra Asia, Medioriente e Africa, 9 negli Stati Uniti e 6 in Europa.

Sorprendentemente, gli esiti in termini di salute sono diversi sia a seconda della tipologia di prodotti usati sia a seconda dell’area in cui sono stai condotti.

Le ricerche svolte nel Sud Est Asiatico ed in Africa hanno riscontrato tassi di mortalità elevati e di maggiori morbidità, come cancro del cavo orale, tumore al collo e alla testa, con rapporti di probabilità fino a 3.87.

Al contrario, gli studi europei non hanno ricontato un eccesso di mortalità o di morbidità (cardiopatia ischemica, ictus, tumori del cavo orale, del pancreas o del colon).

Gli studi statunitensi hanno mostrato risultati contrastanti per la mortalità (aumento complessivo, cancro e mortalità per cancro correlato al fumo, nessun rischio elevato di moralità per deficit respiratori).

Non sono stati riportati prove di studi effettuati sul passaggio da sigarette a questi prodotti.

Una considerazione a parte deve essere effettuata per quanto riguarda lo snus: comparando la situazione europea a quella svedese, emerge come l’uso di snus e possa aver contribuito al numero più basso di morti attribuibili al fumo in Svezia.

L’uso dello snus da parte dei fumatori è associato a una diminuizione del fumo di sigarette e un aumento dell’astinenza. Alcuni studi hanno teorizzato un effetto “gateway inverso” in Svezia: infatti negli studi svedesi si è dimostrato come tra i fumatori che hanno approcciato lo snus in maniera duale, il 10.6% ha iniziato a fumare occasionalmente, mentre  il 76.3% ha smesso completamente.

Questo studio conferma l’importanza di tali prodotti nei percorsi di cessazione e come strumento per le politiche di harm reduction, ma sono necessari ulteriori studi per valutare il loro uso in termini di danni e benefici per la società, come ad esempio il discorso dipendenza, e valutare eventuali danni specifici del prodotto rispetto allo scenario alternativo in cui questi prodotti non sono disponibili.

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