La teoria che le sigarette elettroniche rappresentino una sorta di “porta d’accesso” al fumo, in particolare tra gli adolescenti, è stata usata per anni come argomento principale a sfavore delle ecig, ma ricerche e studi recenti non hanno trovato prove a sostegno di questa teoria.
Anche i ricercatori del CoEHAR, il centro di ricerca catanese, combattono da tempo contro la disinformazione nel campo delle sigarette elettroniche e della riduzione del danno, mettendo in evidenza che alcuni tra gli organi di salute pubblica più importanti, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non hanno sempre recepito nel giusto modo i messaggi lanciati dagli esperti di settore.
La disinformazione che è causa delle scelte di molti organi di salute pubblica dipende in larga parte anche dagli errori metodologici che le ricerche nel campo del vaping contengono.
Molte di queste, infatti, contengono ipotesi non verificate da dati incontrovertibili oppure utilizzano campioni di studio di cui non viene analizzata la pregressa storia clinica o il precedente status di fumatori, senza avere, dunque, una visione a trecentosessanta gradi.
Di recente anche i ricercatori dell’University College di Londra hanno analizzato i dati raccolti negli ultimi dieci anni, attraverso uno studio randomizzato controllato, e hanno dichiarato che le sigarette elettroniche, soprattutto per i più giovani, non sono considerate come una porta d’ingresso al fumo.
Quello che si sono chiesti è se il passaggio allo svapo è da considerarsi come precursore di un cosiddetto “effetto gateway”. La risposta è no.
Non esiste una relazione significativa tra l’uso della sigaretta elettronica e la ripresa del fumo, il che significa che i giovani vapers non sono propensi a iniziare a fumare.
Lo studio
L’University College di Londra ha intervistato circa 300 famiglie a partire dall’anno 2006 per esaminare l’uso dei prodotti di tabacco tradizionali e delle sigarette elettroniche nelle persone di età compresa tra 16 e 24 anni in Inghilterra.
L’obiettivo della ricerca era quello di valutare i cambiamenti tra il 2007 e 2018 riguardanti lo svapo e capire i comportamenti e le abitudini dei giovani che si approcciavano a questo nuovo metodo: se avessero mai fumato tabacco o usato una sigaretta elettronica e per quanto tempo lo avessero fatto.
I risultati hanno mostrato che il 30,5% dei giovani tra i 16 e i 24 anni erano fumatori regolari, mentre solo il 2,9% erano vapers regolari.
L’autrice principale dello studio, la dott.ssa Emma Beard, del Dipartimento di Scienze Comportamentali e Salute dell’University College di Londra, ha dichiarato:
“Questi risultati suggeriscono che la cosiddetta teoria della “porta di accesso” riportata negli studi precedenti possa essere esclusa, in particolare tra i giovani dai 18 ai 24 anni”.
La convinzione che le sigarette elettroniche fossero una porta d’accesso al fumo è stata affrontata molte volte negli ultimi anni perché in molti hanno creduto che i giovani potessero diventare dipendenti dalla nicotina attraverso le sigarette elettroniche, comportando l’adozione di una cattiva abitudine, come iniziare a fumare.
Tuttavia, l’uso regolare delle sigarette elettroniche sia tra i giovani che tra i non fumatori è rimasto costantemente basso negli anni, soprattutto da quando le sigarette elettroniche sono diventate ampiamente disponibili sul mercato.
La scheda informativa annuale di Action on Smoking and Health per il 2021 ha rilevato che solo il 3,3% degli 11-17enni non fumatori ha provato una sigaretta elettronica una o due volte, e solo lo 0,3% ne usa una almeno una volta a settimana.
Hanno anche scoperto che solo il 4,9% di tutti i vapers sono non-fumatori, il che equivale ad appena lo 0,7% della popolazione del Regno Unito.
La maggior parte dei giovani che usano una sigaretta elettronica si identificano o come ex-fumatori o come utenti duali.
L’accesso dei fumatori ai prodotti a rischio ridotto è, come sappiamo, ancora ostacolato dalle false percezioni in materia di tobacco harm reduction.
Altri ritengono che le sigarette elettroniche usate dai giovani possano portare alla dipendenza da nicotina, ma non è così.
Più che pensare al vaping come porta d’ingresso al mondo del tabagismo, bisogna considerarlo come una strategia per uscirne, perché continua a fornire un’alternativa valida ed efficace ai fumatori che vogliono smettere di fumare.
Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.