Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica Prof. Giorgio Napolitano,
La Lega Italiana Anti Fumo, LIAF Onlus, ha deciso di scriverLe in rappresentanza delle centinaia di migliaia di utilizzatori di sigarette elettroniche di tutta Italia. I cosiddetti “svapatori” si trovano oggi a dover fronteggiare una situazione paradossale: resistere al tentativo dello Stato, garante del diritto alla salute dei suoi cittadini (Art. 32 della Costituzione), di vanificare le loro speranze di successo contro la dipendenza e i danni da fumo di sigaretta. Si perchè per molti “svapatori” la sigaretta elettronica è una concreta via di fuga dal tabagismo, così efficace da aver da sola contribuito alla più significativa riduzione di consumo di tabacco di tutti i tempi; nel solo 2012 si è registrata una riduzione pari all’8% rispetto al 2011 (dati DOXA sul tabagismo e sull’uso della sigaretta elettronica in Italia).
Ci rivolgiamo a Lei per segnalare il grave abuso procedurale, da parte del nostro Governo e del nostro Parlamento, che sta segnando la sorte di questi prodotti in Italia. Dal 1° Gennaio 2014, è infatti entrata in vigore una legge (Legge 99/2013) che norma le sigarette elettroniche come prodotti del tabacco. Come per questi, le misure adottate ora includono: ingenti accise (58.5%), un lungo iter burocratico per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte dell’autorità nazionale del tabacco, divieto di utilizzazione nei luoghi pubblici, e sostanziali limitazioni nella pubblicità.
Gli abusi procedurali e le penalizzazioni per gli “svapatori”
Senza entrare nel merito dei contenuti della Legge e delle sue ripercussioni negative in tema di salute pubblica, vorremmo fare rilevare come – prima di prendere una decisione così importante, peraltro in tempi record per quella che è la normale prassi legislativa italiana – non solo non è stata mai consultata la comunità scientifica competente in materia, ma addirittura sono state ignorate le evidenze scientifiche provenienti dagli studi fatti in tutto il mondo.
E non solo. La Legge 99/2013 é penalizzante per gli “svapatori”; le misure fiscali contenute nella Legge fanno lievitare il prezzo di vendita delle sigarette elettroniche (e accessori) di quasi tre volte favorendo così di fatto competitività e predominio delle sigarette convenzionali, con tutte le conseguenze negative per la salute che ben conosciamo. Le misure draconiane adottate dal Governo stanno già costringendo alla chiusura molte attività commerciali, e coloro che attualmente “svapano” non avranno altra scelta che quella di rivolgersi al mercato nero (col rischio di utilizzare prodotti dalla dubbia qualità) oppure di ritornare a fumare tabacco, unico vero dramma di tutta questa vicenda.
È sconsolante doverlo dire, ma questa Legge non ha alcuna valenza per la salvaguardia della salute. Serve solo a preservare gli interessi di grosse multinazionali. Per questo motivo l’iter legislativo di questa Legge è stato condotto a porte chiuse, in maniera sbrigativa e superficiale, ma soprattutto senza tener conto della voce dei diretti interessati, gli “svapatori”.
I deputati italiani sono stati il perfetto esempio dell’anti-democrazia più schizofrenica essendo passati, nel giro di poche settimane, dal divieto di “svapare” nei luoghi pubblici a una supertassa sul consumo, dall’abolizione del divieto al ripensamento della stessa. Inoltre, è sorprendente notare come la delegazione italiana al Parlamento Europeo abbia votato – giustamente – a favore di una libera commercializzazione della sigaretta elettronica e non come prodotto farmaceutico o derivato del tabacco. Risulta pertanto incomprensibile comprendere per quale ragione il Parlamento Italiano abbia contemporaneamente manovrato per legiferare in maniera diametralmente opposta.
Con la presente noi vogliamo denunciare che è solo per via di certi conflitti di interesse che i nostri deputati si sono ostinatamente affrettati a distruggere il settore delle sigarette elettroniche e le speranze degli “svapatori”. Come non criticare la scelta di utilizzare la procedura del Decreto Legge per forzare questa tassa? Il DL è un provvedimento che va adottato dal Governo in casi di straordinaria necessità e urgenza. Ma nel caso delle sigarette elettroniche non ne era ravvisabile né la necessità né tantomeno l’urgenza. I dati sulla pericolosità del fumo passivo da tabacco erano già noti alla fine degli anni ’80, ma a nessuno è venuto in mente di adottare un DL ad hoc in osservanza dell’art. 32 della Costituzione. Si sono dovuti attendere ben 25 anni per l’entrata in vigore della Legge Sirchia.
Nella fretta, i nostri deputati hanno persino trascurato specifici aspetti procedurali contenuti nel DL n. 76 del 2013, secondo cui il dispositivo normativo sulle sigarette elettroniche poteva essere messo in pratica solo dopo l’approvazione di uno specifico decreto attuativo da parte del Ministero dell’Economia entro il 31 ottobre 2013. Decreto che non è stato adottato entro il 31 ottobre e che poi, all’improvviso, è saltato fuori sul sito dei Monopoli di Stato sotto forma di bozza. Di fatto, il testo del decreto attuativo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 287 del 7 dicembre 2013 e si rifà integralmente alla normativa che dispone le modalità di vendita dei prodotti derivati dal tabacco, come previsto ai sensi dell’articolo 62-quater, comma 4, del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504. Questa pratica rappresenta un abuso di tipo procedurale.
Una così importante questione di salute pubblica che riguarda milioni di fumatori italiani, oltre che centinaia di migliaia di “svapatori”, non può essere liquidata nel giro di 6 mesi e senza alcuna consultazione con le parti interessate e la comunità scientifica.
Appello al Presidente
Signor Presidente, Le chiediamo di vigilare sul rispetto della Costituzione. La legge 99/2013 va infatti nella direzione opposta all’articolo 32 che garantisce: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività». E’ inoltre moralmente inaccettabile. Quello che Le chiediamo è di intervenire, inviando un Suo autorevole messaggio alle Camere (art. 69, co. 1, lett. i) per rilanciare il dialogo tra la politica e la scienza, onde superare il regime censorio introdotto con la legge in parola, e guidare il Governo verso una regolamentazione proporzionata che sia accettabile dal punto di vista etico-morale. Pretendiamo che gli “svapatori” e le loro famiglie vengano tutelati, e che vengano difesi i diritti dei fumatori che potrebbero avvicinarsi alla sigaretta elettronica, attratti da un prodotto innovativo, dal prezzo competitivo, che li aiuti a ridurre o smettere di fumare come sta già avvenendo in diverse parti del mondo.
La Legge 99/2013 di fatto parifica le sigarette elettroniche a quelle convenzionali, le quali a differenza di quelle elettroniche contengono livelli molto elevati di carcinogeni e altre sostanze tossiche pericolose per la salute. Tale Legge è dunque ingiusta e irragionevole perché espressione di una “demonizzazione” della sigaretta elettronica aprioristica e infondata. Stigmatizzare questo prodotto come pericoloso per la salute, ma poi sfruttarlo per cercare di rimpinguare l’erario pubblico, rappresenta l’esempio più vistoso di un impoverimento della politica.
Piuttosto la sigaretta elettronica è un mezzo attraverso cui – come dimostrato da studi puntuali in materia – può essere validamente contrastato il tabagismo. La sigaretta elettronica può rappresentare una straordinaria opportunità di miglioramento della salute pubblica, la conquista di una mèta che decenni di spot e di campagne antifumo e di norme demagogiche non sono mai riusciti a raggiungere.
Il legislatore ha l’obbligo etico-morale di produrre una regolamentazione equilibrata basata sulle evidenze scientifiche.
Certi di un suo interesse e riscontro positivi,
nell’accomiatarci confermiamo la nostra disponibilità per il dialogo con le Istituzioni.
Catania, 19 Febbraio 2014
Il Presidente LIAF
prof.ssa Lidia Proietti
Il Vice Presidente LIAF
prof. avv. Agatino Cariola
Il Responsabile Scientifico LIAF
prof. Riccardo Polosa