Oggi vogliamo partire da quel binomio caffè e sigaretta, il rito quotidiano per eccellenza, fonte di piacere e relax per la maggior parte dei fumatori, ma che in realtà dovrebbe essere un’abitudine da non prendere, per arrivare ad affrontare delle questioni molto attuali come la tossicità delle sigarette, causata dalla combustione e non dalla nicotina.
È risaputo che una sostanza psicoattiva come la nicotina causi dipendenza e che questo sia il motivo per cui molte persone trovino molto difficile smettere di fumare, ma anche la caffeina è una sostanza che crea dipendenza e che non bisogna sottovalutare.
Nulla di nuovo in questo, ma è utile sapere che la dipendenza causata dalla nicotina non è tanto inferiore rispetto a quella causata dalla caffeina.
Recentemente abbiamo letto di diversi studi che vedono una correlazione tra il COVID-19 e il tabagismo, ma anche di nuovi studi che non solo affermano la non correlazione tra il virus e il tabacco, ma precisano che il fumo potrebbe addirittura svolgere una funzione protettiva.
Il fumo allontanerebbe il contagio da COVID-19?
A tal proposito, il prof. Riccardo Polosa, direttore del CoHEAR, è stato ospite della trasmissione televisiva regionale siciliana Insieme, per chiarire e specificare alcune questioni sull’argomento e tanto altro.
“Alcuni ricercatori si sono resi conto che prendendo in considerazione i primi pazienti ospedalizzati per malattia da COVID-19, si è notata una prevalenza di pazienti fumatori quattro volte inferiore a quello che normalmente si registra nella popolazione cinese” – ha spiegato Polosa in diretta.
Stiamo parlando di una riduzione del quattrocento per cento, di un dato veramente impressionante per uno scienziato che – come Polosa – ha sempre creduto che il fumo di sigaretta fosse un fattore di rischio per le malattie infettive polmonari e ne è ancora pienamente convinto.
Proprio in questi giorni, i ricercatori dell’Università di Catania stanno conducendo degli studi in laboratorio per cercare di capire cosa ci sia di vero in questo interessante fenomeno.
Quello che si chiedono è: la protezione della nicotina è un fatto reale?
In verità, una risposta certa non c’è ancora ma i dati lasciano pensare di si.
“Sicuramente quello che non dobbiamo dimenticare è che la nicotina è percepita dalla popolazione come uno psicostimolante al pari della caffeina. Dunque, stiamo parlando di una sostanza che al dosaggio comunemente utilizzato può risultare tranquilla” – ha aggiunto lo scienziato.
Sebbene la nicotina non sia particolarmente dannosa, sappiamo bene che i fumatori attraverso la combustione delle sigarette convenzionali assumono migliaia di sostanza tossiche che causano le più gravi malattie fumo correlate. Ma usare metodi alternativi, non solo potrebbe ridurre il danno da fumo ma, in questo caso – secondo i primi dati – potrebbe addirittura influire come fattore protettivo nei confronti del virus.
Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.