Secondo un sondaggio condotto da Sermo tra oltre 15000 medici in 11 paesi diversi, c’è bisogno di ulteriore formazione su nicotina e fumo tra i professionisti del settore sanitario. Nello specifico, in Italia, quasi 7 medici su 10 credono erroneamente che la nicotina causi il cancro ai polmoni
I medici e, più in generale, i professionisti del settore sanitario, rappresentano la prima linea di contatto del paziente fumatore che desidera smettere. Avere a propria disposizione informazioni scientificamente aggiornate e un ventaglio di opzioni quanto più vasto possibile, può creare la differenza tra il successo e l’insuccesso all’interno di un percorso di cessazione.
In questo contesto, Sermo, piattaforma indipendente e leader nel campo delle informazioni di valore pratico per gli operatori sanitari, ha intervistato online oltre 15.000 medici in 11 paesi (Cina, Germania, Grecia, India, Indonesia, Israele, Italia, Giappone, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti) per valutare le conoscenze su nicotina e fumo a livello internazionale.
Il sondaggio ha rilevato che, sebbene il 90% dei medici in Italia sia almeno moderatamente d’accordo che aiutare i pazienti a smettere di fumare sia una priorità, c’è una media allarmante del 70% che ritiene erroneamente che la nicotina causi una serie di malattie, dal cancro polmonare, alla BPCO, ai difetti congeniti. Inoltre:
- In media, il 67% dei medici italiani ritiene erroneamente che la nicotina causi il cancro ai polmoni e una percentuale ancora maggiore (76%) crede che causi l’aterosclerosi e (76%) difetti congeniti.
- Sebbene in media il 90% dei medici in Italia sia almeno moderatamente d’accordo sul fatto che aiutare i pazienti a smettere di fumare sia una priorità, quasi 7 su 10 non si ritengono adeguatamente formati per farlo.
- È però incoraggiante che il 90% dei medici intervistati sia almeno moderatamente interessato a una formazione aggiuntiva sulla cessazione e sulla riduzione dei danni causati dal tabacco.
Questi risultati fanno sorgere gravi preoccupazioni sulla capacità dei medici italiani di offrire ai pazienti che fumano indicazioni quanto più accurate ed efficaci su come smettere. Un pensiero errato che potrebbe spiegare il fatto che in media solo un terzo (35%) dei medici italiani raccomanda la terapia di sostituzione della nicotina con farmaci da banco per aiutare i pazienti a ridurre o smettere di fumare.
«È imperativo che i medici ricevano la formazione adeguata per conoscere i dati sulle opzioni di riduzione dei danni da nicotina e tabacco che possano aiutare i pazienti che fumano a smettere,» ha affermato il Dott. Muhammad Ahmed, Director of Health and Science Research per Foundation for a Smoke-Free World. «Visti gli oltre 7 milioni di fumatori che muoiono ogni anno per malattie correlate al fumo in tutto il mondo, molte vite potrebbero venire salvate se i medici venissero maggiormente informati sugli strumenti a disposizione per smettere.»
Anche se nella comunità sanitaria globale vi è quasi unanimità che sia la combustione, più che la nicotina, ad avere conseguenze negative per la salute, il sondaggio sui medici ha scoperto che in Italia:
- il 66% dei medici concorda almeno moderatamente sul fatto che la nicotina provochi tumori ai polmoni, alla vescica e cancro a testa/collo/stomaco;
- il 76% dei medici, in media, concorda almeno moderatamente sul fatto che l’aterosclerosi è causata dalla nicotina;
- il 69% dei medici italiani, sempre in media, concorda sul fatto che la BPCO è causata dalla nicotina.
Questi travisamenti, insieme al fatto che il 40% dei medici italiani dichiara di essersi informato da sé in merito alla cessazione del fumo e alla riduzione del danno dal tabacco, nonché al 58% che dichiara di non aver ricevuto formazione nella scuola medica o in seguito, sono allarmanti. È però incoraggiante che il 90% dei medici intervistati sia almeno moderatamente interessato alla formazione.
L’indagine, condotta nel 2022, ha inoltre rilevato che, sebbene i colloqui dei medici coi pazienti fumatori si concentrino sui benefici per la salute derivanti dalla riduzione o dallo smettere di fumare (69%) e sui rischi per la salute derivanti dal continuare a farlo (71%), un numero relativamente basso di medici, ossia meno della metà (44%), raccomanda di ridurre la quantità di prodotti a base di tabacco da fumo e un numero ancora minore (36%) aiuta i pazienti a sviluppare un piano per smettere.
«È preoccupante che una parte significativa (64-77%) dei medici in Italia abbia la convinzione errata che la nicotina sia la causa diretta di varie patologie legate al fumo, con addirittura un terzo degli intervistati che ne è piuttosto fermamente convinto», ha dichiarato il professor Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR, il Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da fumo dell’Università di Catania.
«Le persone fumano per la nicotina ma muoiono a causa del catrame. Quando così tanti medici non sono in grado di riconoscere la natura relativamente benigna della nicotina quando viene usata a scopo ricreativo, il potenziale della riduzione del danno da tabacco per arrivare a sconfiggere il fumo va perduto. È necessaria un’attenzione urgente per ripensare alla formazione medica includendo informazioni accurate sulla nicotina, sui rischi per la salute legati al fumo e sul concetto di riduzione del danno, avvicinando in ultima analisi la società a un mondo libero dal fumo.»
Il prof. Polosa ha partecipato al webinar sull’indagine dei medici, unendosi ad altri esperti di controllo del tabacco per discutere i risultati e il loro impatto sulla cessazione del fumo e sulle iniziative di riduzione dei danni. Il webinar è accessibile a https://bit.ly/DoctorsSurveyWebinar.
La Foundation for a Smoke-Free World invita i ricercatori a presentare proposte per analizzare ulteriormente i risultati dell’indagine sui medici e proporre programmi che aiutino a migliorare la competenza dei medici sulla cessazione del fumo e sulla riduzione dei danni del tabacco. I ricercatori interessati a inviare una proposta sono pregati di contattare [email protected].
I risultati del sondaggio medico per l’Italia sono disponibili sul sito della fondazione a www.smokefreeworld.org/doctorssurvey/italy/.
Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.