Secondo una recente indagine dell’Università del Michigan il consumo di sigarette elettroniche e narghilè tra i giovani statunitensi è drasticamente diminuito.
In un comunicato stampa diffuso proprio in queste ore, si riporta che la percentuale di adolescenti statunitensi che svapa si è ridotta significativamente nel 2016. Si tratta della prima sostanziale inversione di tendenza a fronte del rapido aumento riscontrato soprattutto nel 2015.
Lo studio, giunto oggi alla sua 42° edizione, segue le tendenze delle abitudini di consumo di sostanze come nicotina, alcool e marijuana tra gli studenti del 12°, 10° e 8° grado (giovani tra i 13 e i 18 anni) e analizza le abitudini di 50.000 studenti in circa 400 scuole secondarie pubbliche e private di tutti gli Stati Uniti d’America.
Per il 2016, l’analisi dimostrano che la percentuale di adolescenti che ha svapato negli ultimi 30 giorni è scesa dal 16% al 13% tra gli studenti del 12° grado, dal 14% all’11% tra gli studenti del 10° grado e dall’8% al 6% tra quelli dell’8° grado.
“Questi dati – ha commentato il prof. Riccardo Polosa, coordinatore del Comitato Scientifico per la ricerca applicata alla sigaretta elettronica – dimostrano ancora una volta che gli aromi presenti nelle sigarette elettroniche non sono poi così seducenti per i giovani e non causano dipendenza“.
Va sottolineato peraltro, come hanno fatto alcuni esperti internazionali, che negli ultimi anni, contemporaneamente alla diffusione delle sigarette elettroniche nel mondo, nelle scuole americane si è assistito ad una riduzione storica del numero di giovani fumatori. Mai come in questi anni la de-normalizzazione del fumo ha raggiunto livelli così importanti.
“Va detto – ha infatti aggiunto Polosa – che, a differenza di quanto sostenuto dalle organizzazioni di salute pubblica internazionali, la diffusione dello svapo non ha ri-normalizzato l’abitudine da fumo tra i giovani, ma ha determinato un loro progressivo allontanamento dal tabagismo che, come dimostrano questi dati, non risulta più una consuetudine attraente, ne una forma di socializzazione rilevante. Il vapagismo si riconferma via di uscita dal tabagismo”.
Certo, non è possibile determinare con assoluta certezza se la riduzione del consumo di questi prodotti tra i giovani configuri uno stop definitivo al tabagismo o rappresenti semplicemente una perdita di interesse da parte dei giovani per il vapore elettronico una volta esaurita la curiosità per questa tipologia di prodotti.
Da una indagine condotta da studiosi dell’Università degli Studi di Catania nel 2014, su un campione di giovani chiamato a rispondere ad un questionario sulle abitudini e i rischi legati al fumo di tabacco, emerge che una più elevata percentuale percepisce le sigarette elettroniche come meno dannose per la salute rispetto alle sigarette convenzionali. Inoltre, solo il 5% del campione analizzato le aveva provate e tra coloro che le avevano sperimentate la grande maggioranza comunque fumava regolarmente “bionde”.
“Questi dati – conclude il responsabile della ricerca, Pasquale Caponnetto – avevano già allora fatto presupporre che la sigaretta elettronica, sebbene sia nota tre i giovani, viene poco o per nulla utilizzata dalla popolazione adolescenziale”.
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.