Tutti i sensi vengono compromessi dall’abitudine al fumo: molte volte però non è semplicemente un danno fisiologico ad interessarci, ma quanto le interazioni tra abitudini e comportamenti ritualistici che possono inficiare i tentativi di smettere di fumare, come nel caso della vista, dove l’imitazione gioca un ruolo fondamentale.
“La società è organizzata non tanto dalla legge quanto dalla tendenza all’imitazione”: Carl Jung credeva che la capacità dell’uomo di imitare fosse fondamentale per l’organizzazione sociale e la collettività.
Difficile poi traslare l’immagine che si otteneva per imitazione verso una consapevolezza ulteriore di se stessi, improntata alla definizione di una propria individualità.
La ricerca di una propria sfera di azione implica un percorso di anni, di accettazione, di errori e di studio. Ma l’imitazione, l’insieme di conoscenze che assorbiamo quasi istintivamente grazie al nostro rapporto con gli altri, quanto è importante per adottare stili di vita più o meno sani?
Imitare significa apprendere un modello comportamentale, attraverso cui comprendiamo il come e il perchè. Un comportamento alla base di una cultura complessa, di un’organizzazione sociale strutturata e variegata.
L’imitazione parte sin dai primi mesi di vita: quante volte crediamo che la somiglianza di comportamento sia meramente espressione genetica, quando invece è pura riproduzione della mimica facciale o dell’interazione con l’ambiente circostante.
Stessa cosa quando si cresce: in una classe, il bambino regolerà i propri comportamenti sulla base di quello degli altri. Sarà poi il rafforzamento positivo o negativo da parte dell’insegnate, che determinerà l’acquisizione di quel comportamento come norma di buona o cattiva condotta.
L’IMITAZIONE: VEDERE PER IMPARARE
Organo per eccellenza del processo imitativo sono gli occhi: la vista si sviluppa nel corso dei primi otto mesi di vita, dapprima come capacità di riconoscere luce e buio, diventando in seguito sempre più profonda e dettagliata.
Come per molti altri organi, fumare una sigaretta ha ripercussioni negative in termini di salute.
Secondo diversi studi internazionali, sono numerose le patologie a carico del sistema visivo: molti fumatori incorrono nel triplo delle possibilità di sviluppare in forme gravi di catarratta, con il conseguente rischio di perdere la vista.
Per i soggetti diabetici, il fumo aggrava il decorso patologico, aumentando il rischio di sviluppare forme gravi di retinopatia diabetica.
Ma non esistono solo danni funzionali agli organi: come recita il detto popolare, “lontano dagli occhi lontano dal cuore”.
Spesso vogliamo che i nostri figli, o chi ci sta intorno, non recepiscano le cattive abitudini, vizi inclusi. Eppure, crescere in un ambiente dove il fumo è diffuso significa non solo essere esposti al pericolo del fumo passivo, ma anche a quello di terza mano, ovvero piccole particelle che si depositano sugli oggetti in casa.
Si validano così una serie di comportamenti, come quello di accendersi una sigaretta dopo i pasti o come prima cosa appena svegli, collegati al benessere. Se vedo i miei genitori o chi mi sta vicino che per rilassarsi fuma, assocerò nella mia mente il fumo di una sigaretta al benessere ed al relax.
Una volta nata tale associazione, la facilità di reperire un pacchetto per casa, innescherà la voglia, presto o tardi, di provare a fumare.
Ovvio, non tutti i fumatori sono figli di tabagisti, come non tutti coloro che hano genitori che fumano diventeranno degli habitué del fumo.
Ma le statistiche ci parlano di una realtà precisa: chi cresce in ambienti dove si fuma, avrà più probabilità di iniziare a fumare e, una volta adulto, di continuare a farlo e diventare un fumatore accanito.
Un semplice gesto può innescare una serie di comportamenti dannosi. Abituarci all’idea di essere modelli è il primo passo di un vero cambiamento: sono le nostre abitudini e la validazione delle stesse da parte della società che crea schemi comportamentali dannosi.
IL NOSTRO CONSIGLIO DI LETTURA A TEMA VISTA
Seguendo il filone della rubrica I cinque sensi, il consiglio di lettura della redazione a tema vista è “Le Otto Montagne” di Paolo Cognetti, dove la storia di due uomini impegnati in una sfida contro i propri limiti può ispirare i fumatori che si vogliono impegnare nel dire addio alla sigaretta.
Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.