“Lavoro come educatrice d’infanzia in un Asilo Comunale e purtroppo convivo con colleghe che durante l’orario di lavoro si assentano dalle cinque alle sei volte al giorno per fumare. Esiste un riferimento normativo da consultare?”.
Questo è il quesito che è pervenuto qualche giorno fa alla redazione di LIAF, suscitando la nostra attenzione.
A porre la domanda è stata la maestra di un asilo nido comunale che, quotidianamente, si trova costretta ad occuparsi da sola dei bambini della sua classe perché le colleghe, che dovrebbero rimanere con lei costantemente, si assentano più volte durante la giornata per uscire in giardino a fumare una sigaretta.
La risposta potrebbe sembrare ovvia dal punto di vista etico, ma da quello normativo non è così chiara.
Abbiamo interpellato il presidente di LIAF, la Prof.ssa Lidia Proietti, che è docente di Medicina del Lavoro presso l’Università degli Studi di Catania e già Direttore dell’Unità Operativa di Medicina del Lavoro presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico-Vittorio Emanuele” della stessa città.
“Nel caso in questione – ci spiega la Proietti – si tratta di pubblici dipendenti che si assentano spesso durante l’orario di lavoro per fumare. Se tali dipendenti non fumano nei luoghi di lavoro, in teoria, non possono essere sanzionati per il mancato rispetto della legge Sirchia: l’art. 51 della L.3 del gennaio 2003 (legge Sirchia) stabilisce, infatti, il divieto di fumo nei luoghi chiusi, per la tutela della salute dei non fumatori, in applicazione della normativa europea (2001/37/CE) concernente il tabacco e la difesa dal fumo passivo. Né possono essere sanzionati per il mancato rispetto del D. lgs. 81/2008, ossia il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro”.
“Nella segnalazione della signora si configura invece – continua la Proietti – un grave illecito dovuto al frequente allontanarsi arbitrario e non autorizzato dal datore di lavoro. Fare pausa circa 5-6 volte durante il turno di lavoro comporta un aggravio del lavoro per il restante personale e un concreto rischio di una non adeguata assistenza ai piccoli. Secondo i calcoli, infatti, si tratterebbe di più di 1 ora al giorno di assenza per ciascun dipendente, considerato che la pausa per una sigaretta è in genere di circa 10 minuti, se non di più (spesso la sigaretta si associa al caffè). Si configura quindi anche un danno nei confronti del proprio datore di lavoro per ridotta produttività”.
“Tenuto conto di questo – conclude la Proietti – il riferimento normativo per il caso proposto dalla nostra maestra è il Contratto di lavoro delle educatrici di infanzia degli asili comunali, dove è fatto divieto di allontanarsi dal servizio se non per ragioni di lavoro e con permesso esplicito”.
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.
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