Intervista al giornalista Anthony King per “Euroscientist”
Riccardo Polosa dirige il Centro per la Cura e la Prevenzione del Tabagismo dell’Università degli Studi di Catania, in Italia. E’ autore di oltre 250 pubblicazioni, tra articoli e libri, su temi inerenti la pneumologia, l’immunologia clinica e la dipendenza da tabacco. Direttore scientifico di LIAF Lega Italiana Anti Fumo, Polosa è il più importante esperto al mondo nel campo delle sigarette elettroniche e le sue opinioni sulla loro regolamentazione sono condivise e seguite da molti.
Qual è la sua opinione sull’impatto che la sigaretta elettronica può avere sul fumo?
Come scienziato ed esperto di metodi alternativi per smettere di fumare, credo che la sigaretta elettronica sia lo strumento più promettente per aiutare i fumatori a smettere o ridurre il loro consumo di tabacco. Oltre a numerosi studi clinici e indagini di ricerca, la nostra esperienza quotidiana personale in un affollato Centro Antifumo indica che le elettroniche sono più efficienti delle terapie sostitutive della nicotina (NRT) o di altri farmaci antifumo. Noi crediamo che il motivo del loro successo sia dovuto al fatto che per molti fumatori le sigarette elettroniche sostituiscono anche molti dei rituali associati al fumo, esse facilitano un cambiamento nel comportamento: da fumare a svapare. Per i fumatori, il passaggio dai prodotti combustibili del tabacco ai vaporizzatori di nicotina, molto meno nocivi, è uno dei migliori investimenti per la salute. Il mio gruppo di ricerca ha recentemente dimostrato che i fumatori asmatici che sono passati ad un uso regolare di sigarette elettroniche ne hanno beneficiato fortemente perché, non solo hanno smesso di fumare o hanno ridotto di molto il numero di sigarette fumate, ma hanno anche segnalato un sostanziale miglioramento dei sintomi respiratori e della funzione polmonare.
Come vede l’approccio europeo sulle sigarette elettroniche in merito alla Ricerca ed alla regolamentazione?
Purtroppo non ho visto alcun serio sforzo da parte dell’Unione Europea per far progredire le nostre conoscenze attuali sulle e-cig. Non è stata investita alcuna somma per finanziare la Ricerca indipendente. Ma grande sforzo, invece, è stato fatto per sabotare il potenziale positivo delle sigarette elettroniche sulla Salute pubblica. Da un lato, l’Unione Europea ha espresso preoccupazione per la mancanza di prove scientifiche indipendenti sull’efficacia e la sicurezza delle sigarette elettroniche. Tuttavia, d’altro canto, l’UE ha sottovalutato, travisato o addirittura selettivamente ignorato le prove scientifiche già esistenti.
L’approccio dell’UE, da un punto di vista normativo, riflette l’atteggiamento immorale e poco professionale che ha caratterizzato la campagna europea di demonizzazione nei confronti di questi prodotti. Infatti, la Direttiva UE sui prodotti del tabacco (TPD) chiede restrizioni nella produzione, nella vendita e nella pubblicità che sono sproporzionate e ingiustificate per un prodotto che non contiene tabacco. Una restrizione legalizzata alla diffusione e innovazione di questo prodotto sono il vero scopo di questa direttiva.
È stato spesso detto che gli Stati Uniti hanno meglio affrontato questo problema, soprattutto in termini di approccio strategico e di finanziamenti alla ricerca?
Sono d’accordo, ma solo in una certa misura. La Food and Drug Administration (FDA) sembra avere un approccio più strategico. Sembra riconoscere, meglio di altre agenzie di regolamentazione, il valore del discorso informato con esperti, industria e consumatori. Inoltre, 273 milioni di dollari saranno spesi nei prossimi cinque anni, tra FDA, National Institute of Health (NIH) e National Institute on Drug Abuse (NIDA), per finanziare la Ricerca sul tabacco e sulle sigarette elettroniche.
Questa potrebbe sembrare una buona idea. Ma le prove a supporto della normativa saranno così tante da determinare un blocco della produzione normativa, sovraccaricata e confusa dalla mole di indagini scientifiche. Ed inevitabilmente la ricerca sarà allineata alle esigenze dell’agenda politica. Questo rischio è reale dato che molti di coloro che hanno appena ricevuto questi fondi hanno già fatto dichiarazioni chiare sulla loro posizione in merito alla ricerca sulla sigaretta elettronica.
Come descriverebbe l’approccio italiano alla regolamentazione delle sigarette elettroniche?
Potrei definire l’approccio del governo italiano alla regolamentazione delle elettroniche come “schizofrenico”. In pochi mesi, i nostri politici sono passati da un divieto ad una tassa, dalla soppressione del divieto ad una riconsiderazione della soppressione. La Legge 99/2013, art.18, è di certo dannosa per gli svapatori ed i negozianti, perché le misure fiscali contenute nella legge determineranno quasi un raddoppio del prezzo di vendita delle e-cig e dei suoi accessori, promuovendo al contrario una posizione dominante delle sigarette tradizionali, con conseguenze negative per la salute pubblica.
Ironia della sorte, questa guerra contro le sigarette elettroniche in Italia non ha prodotto l’auspicata riduzione del consumo di tabacco, ma la sua rinascita, invece.
Mi auguro che la timida apertura dimostrata negli ultimi mesi dai nostri politici verso una revisione della legislazione non sia solo un miraggio. Ma sia il segno di una reale presa di coscienza delle conseguenze indesiderate che tale regolamento sproporzionato potrebbe avere per migliaia di fumatori e svapatori.
Per visionare l’intervista originale in inglese, clicca qui