Una review condotta dai ricercatori dell’Università di Catania e del COEHAR suggerisce che la realtà virtuale possa essere usata per trattare efficacemente alcune condizioni psichiatriche, tra cui quelle afferenti allo spettro della schizofrenia
Catania, 31 agosto 2020– La realtà virtuale è foriera di indubbi vantaggi, tra cui versatilità, riproducibilità, standardizzazione dei trattamenti, adattabilità ai bisogni dei pazienti, rapidità, efficacia, persistenza dei risultati anche dopo poche sedute e aumento della motivazione dei pazienti. Inoltre, la realtà virtuale permette di sviluppare strategie di intervento che non prevedono l’utilizzo di medicinali e, di conseguenza, essere priva di effetti collaterali, anche in quei pazienti refrattari alle terapie farmacologiche convenzionali.
I ricercatori dell’Università di Catania e del Coehar (Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo), guidati da Emanuele Bisso, hanno recentemente pubblicato una review dal titolo “Immersive Virtual Reality Applications in Schizophrenia Spectrum Therapy: a Systematic Review”, all’interno del numero speciale di “Cyber Health Psychology and Psychotherapy: The Use of New Technologies in the Service of Mental Health”, International Journal of Environmental Research and Public Health, revisionato da Pasquale Caponnetto, Maria Signorelli e Marilena Maglia.
In questo numero speciale, appartenente alla sezione “Salute Mentale”, sono state analizzate alcune delle tecnologie utilizzate in ambito clinico-psicologico, psicoterapico e della salute mentale, tra cui la realtà virtuale, i biosensori, l’intelligenza artificiale e l’affective computing, con l’obiettivo di comprendere come il progresso tecnologico e l’emergere di nuove tecnologie possano generare valore aggiunto nel panorama psicologico.
LA REALTÁ VIRTUALE
La realtà virtuale è un’esperienza digitale che consiste nello sviluppo di un ambiente virtuale tridimensionale, con cui un soggetto può interagire attraverso un controller o una tastiera. Diversi studi in ambito psichiatrico hanno dimostrato come tale tecnologia possa risultare efficace nel trattamento di diverse patologie, come i disordini da stress post-traumatico, disordini d’ansia o fobie specifiche.
Lo scopo della review consiste nel focalizzarsi sulle terapie utili per trattare i disordini dello spettro della schizofrenia attraverso la realtà virtuale, fornendo al contempo una visione aggiornata sull’insieme delle tecniche e strategie terapeutiche ad oggi disponibili.
Per meglio comprendere i risvolti della ricerca, bisogna partire dalla distinzione tra realtà virtuale “immersiva” e non immersiva o “interattiva”: nel primo caso, un display montato sula testa del paziente permette un’immersione completa e interattiva del paziente nell’ambiente virtuale che si crea, nel secondo caso, invece, il paziente è posto di fronte a uno schermo che riproduce semplicemente la realtà fittizia, mancando dunque delle caratteristiche di immersione completa che la realtà virtuale immersiva permette di sperimentare.
Nonostante non esistano studi specifici, dovuti anche al carattere innovativo dell’approccio, gli articoli presi in considerazione concordano sulla tollerabilità e sulla persistenza nel lungo periodo degli effetti benefici della realtà virtuale nel trattamento di vari sintomi positivi o negativi collegati ai disordini dello spettro della schizofrenia.
REALTÀ VIRTUALE E SMOKING CESSATION
In uno studio precedente del COEHAR, I ricercatori hanno arruolato quaranta giovani fumatori adulti, tra i 20 ei 30 anni, non motivati a smettere di fumare e li hanno invitati a valutare la loro motivazione dopo essere stati sottoposti a tre diversi stimoli: un pacchetto di sigarette con le immagini scioccanti, un breve film che mostrava gli effetti polmonari del fumo e una sessione di realtà virtuale sulla progressione delle possibili malattie legate al fumo.
Rispetto all’obiettivo primario di incremento motivazionale, tutti gli stimoli forniti sono stati significativi nel miglioramento della motivazione a smettere di fumare ma la differenza tra lo stimolo provocato dalle immagini sul pacchetto di sigarette e del video rispetto a quello provocato dalla realtà virtuale è stata significativa. La realtà virtuale ha avuto un impatto molto più forte sulla motivazione intrinseca del fumatore.
DELIRI E PARANOIA
I deliri persecutori derivano da convinzioni di minaccia incoerenti che attivano comportamenti volti ad evitare situazioni ansiogene. Due trial randomizzati hanno dimostrato come la terapia cognitiva comportamentale basta sulla realtà virtuale abbia portato a risultati apprezzabili anche dopo che i pazienti hanno iniziato a fronteggiare situazioni nel mondo reale. Secondo l’opinione dei ricercatori, è necessario però espandere il campione oggetto dello studio e confrontare i risultati ottenuti dalle terapie cognitivo-comportamentali tradizionali e quelle basate sulla realtà virtuale.
ALLUCINAZIONI VERBALI UDITIVE
Le allucinazioni verbali uditive rappresentano uno dei sintomi più frequenti di una psicosi. In uno studio, i pazienti affetti da schizofrenia resistente ai farmaci e trattati attraverso l’utilizzo della realtà virtuale hanno dimostrato un miglioramento significativo della gravità delle allucinazioni, dei sintomi depressivi e della qualità della vita.
Tali miglioramenti sono rimasti apprezzabili anche nel follow up dei tre mesi, dimostrando come le strategie apprese durante le terapie con la realtà virtuale hanno portato a miglioramenti nella vita dei pazienti anche dopo la fine del trattamento. Attraverso la realtà virtuale i pazienti possono esplorare i propri sentimenti e le proprie emozioni in un ambiente controllato, modulando la loro risposta alle voci persecutorie.
DEFICIT COGNITIVI
Le funzioni cognitive nei pazienti con disordini dello spettro della schizofrenia sono spesso compromesse. Due trial clinici condotti da La Paglia hanno utilizzato la realtà virtuale per far compiere determinate attività mirate ai pazienti in quattro scenari virtuali differenti, un supermercato, un parco, una spiaggia e una valle. Dopo 10 sessioni, il gruppo di pazienti curati con la realtà virtuale ha evidenziato una miglior riduzione del numero di errori e del tempo di esecuzione delle attività, insieme a una maggior ottemperanza delle regole e a un’attenzione sostenuta.
ABILITÁ SOCIALI
Secondo un trial randomizzato controllato condotto su 91 pazienti affetti da disturbi dello spettro della schizofrenia, la realtà virtuale ha permesso un miglioramento delle abilità di conversazione e ha indotto una maggiore assertività e motivazione al trattamento.
In conclusione, i dati attuali non permettono di stabilire se i trattamenti basati sulla realtà virtuale risultino essere migliori di quelli convenzionali. Tuttavia sono necessari ulteriori studi su un campione più vasto per poter confermare questi dati preliminari molto incoraggianti.