Gli studi che non possono essere replicati e con scarsa attendibilità scientifica sono citati 153 volte in più rispetto ad altri grazie ai loro contenuti accattivanti per i media. Questi i sorprendenti risultati di un nuovo studio della Rady School of Management dell’Università della California di San Diego.
Gli autori Marta Serra-Garcia, Professore di Economia e management alla Rady School e Uri Gneezy, professore di economia comportamentale affermano: “Sappiamo che gli esperti possono prevedere quali documenti verranno replicati. Quindi ci chiediamo perché queste ricerche non replicabili vengono accettate per la pubblicazione?“
“Se i risultati più eclatanti sono quelli più interessanti per i media e piattaforme social come Twitter, sempre alla ricerca di nuovi contenuti, questo comunque non li rende maggiormente veri o affidabili“, ha aggiunto il prof. Gneezy.
La riproducibilità dei risultati sperimentali è una parte essenziale del metodo scientifico. Molte teorie, seppur significative, non vengono validate dalla comunità internazionale a causa dell’assenza di replicazione dei risultati.
Sempre secondo lo studio californiano, le ragioni alla base di questa tendenza potrebbero essere la pressione esercitata su giornali e giornalisti nel pubblicare risultati interessanti, situazione che si ripercuote anche per gli accademici in cerca di fondi e prestigio.
Come suggeriscono i ricercatori citando il libro di S. Richie, Science Fictions: How Fraud, Bias, Negligence, and Hype Undermine the Search for Truth, alla base potrebbe esserci anche un compromesso da parte del team di revisione delle riviste scientifiche, “sotto pressione per ricevere sovvenzioni e favorire certe pubblicazioni”.
Quando si tratta di Tobacco Harm Reduction, la pubblicazione su riviste prestigiose di articoli scientifici con alla base dati empirici errati influisce sulla buona scienza e sull’affidabilità delle ricerche, con un impatto reale sulla vita di milioni di fumatori.
La confusione e le informazioni contrastanti sui rischi per la salute dei prodotti a rischio ridotto sono le cause principali dell’irragionevole pregiudizio da parte dei governi e delle fondazioni filantropiche.
Affidarsi allo “scandalo”, guidati da giornali che utilizzano titoli esagerati e imprecisi riguardo le loro scoperte nell’ambito della Riduzione del Fumo da Tabacco, è un atto criminale nei confronti di centinaia di milioni di fumatori che cercano di smettere per salvare le loro vite.
“Le istituzioni pubbliche, sia a livello nazionale che internazionale, insistono nel distorcere il rapporto rischio/beneficio delle sigarette elettroniche e delle relative alternative senza combustione alle sigarette convenzionali”- ha sottolineato il Prof. Riccardo Polosa, fondatore del Centro di Eccellenza per l’Accelerazione of Harm Reduction (CoEHAR) nonchè lo scienziato più prolifico al mondo nel campo delle sigarette elettroniche.”
“Un problema che può essere facilmente risolto stabilendo solidi protocolli di ricerca che imitano le normali condizioni d’uso, e reti internazionali collaborative che condividono progetti di ricerca utilizzando gli stessi protocolli . Quando risultati identici sono riprodotti in modo coerente da differenti laboratori che utilizzano lo stesso protocollo, non si avrà nessun dubbio sulla qualità di tale ricerca. Questo è ciò di cui il mondo ha bisogno in questo momento” ha aggiunto lo scienziato catanese.
Per questo il Centro di Eccellenza per l’Accelerazione della Riduzione del Danno da Fumo (CoEHAR) dell’Università di Catania ha posto l’innovazione, la ricerca peer-review, e la globalizzazione delle idee sulla THR al centro delle sue azioni.
All’interno del consorzio CoEHAR, il progetto REPLICA intende replicare le ricerche più rilevanti disponibili a livello internazionale sulle sigarette elettroniche e fornire alla comunità scientifica studi basati su dati solidi e affidabili. Grazie a una rete di cinque laboratori accademici in Indonesia, Oman, Russia, Serbia, Grecia e Stati Uniti, il CoEHAR agisce da hub che coordina la ricerca sul campo.
“Stiamo assistendo a una crisi della Replicazione degli studi scientifici perché questo tipo di ricerche non sono molto comuni. Non attraggono finanziamenti e non vi è ritorno in termini di prestigio per gli scienziati che svolgono la ricerca. Inoltre, gli studi di replicazione sono molto difficili da realizzare, soprattutto in termini di coordinamento dei protocolli e di armonizzazione della ricerca effettuata” ha affermato il Prof. Giovanni Li Volti, direttore del CoEHAR e capo progetto di REPLICA.
“Come progetto REPLICA, il nostro obiettivo principale è confermare o confutare gli studi prodotti dai laboratori delle industrie del tabacco che potrebbero avere pregiudizi o conflitti di interesse nei confronti delle sigarette elettroniche. Quindi forniamo – oltre ai nostri risultati – i dati grezzi delle nostre ricerche alla comunità scientifica internazionale al fine di condividere e migliorare le nostre conoscenze comuni su questo campo”
Il Centro di Eccellenza per l’Accelerazione della Riduzione del Danno (CoEHAR) dell’Università degli Studi di Catania è da anni in prima linea per frenare la diffusione delle fake news, in particolare per quanto riguarda i dati scientifici disponibili sull’efficacia delle sigarette elettroniche come strumento per smettere di fumare.
“Come per la crisi degli studi sulla replicazione, gli scienziati impegnati nella Riduzione del Danno da fumo soffrono di mancanza di comunicazione. L’intera comunità di scienziati dovrebbe uscire dalla loro torre d’avorio e iniziare a discutere i propri risultati con la società. Stiamo perdendo la battaglia contro il fumo da sigaretta perchè non riusciamo a spiegare le nostre ricerche” ha sottolineato Li Volti.
Antonino D'Orto, giornalista, laurea in Comunicazione e Relazioni internazionali è impegnato da anni nella comunicazione istituzionale ed Ufficio Stampa. Per LIAF Magazine si occupa di Esteri, Riduzione del Danno da Fumo, geopolitica sanitaria.