martedì, Novembre 26, 2024
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Rischio e-cig bassissimo. A dirlo è uno studio tossicologico che ha dimostrato la presenza di errori grossolani da parte dell’UE

Errori matematici di base da parte dei funzionari dell’Unione Europea hanno portato a classificare il liquido delle sigarette elettroniche alla stregua di una sostanza altamente pericolosa come la stricnina e la formaldeide, quando invece il liquido risulta essere meno rischioso dei comuni detersivi.
A dirlo è un’analisi condotta dai tossicologi di Bibra Toxicology advice & consulting e commissionata da ECITA, l’associazione britannica che riunisce le industrie del settore e-cig.
Rivisto e approvato anche dal più famoso scienziato al mondo nel campo della nicotina, il prof. Riccardo Polosa, nonché dall’eminente tossicologo, prof. Bernd Meyer, e dal noto dott. Jacques Le Houezec, esperto di salute pubblica, il report tossicologico mostra come i funzionari europei abbiano erroneamente classificato i liquidi per sigarette elettroniche al pari di sostanze altamente velenose come la stricnina o altamente cancerogene come la formaldeide.
Applicando il Regolamento europeo CLP per la classificazione, imballaggio ed etichettatura di sostanze e miscele, l’UE ha fatto rientrare alcuni liquidi nella categoria 2 e altri nella categoria 3, imponendo l’uso di messaggi e pittogrammi di pericolo e di morte, quando invece la confezione dei liquidi per e-cig non richiederebbe nessun tipo di avviso formale di pericolo. Secondo i tossicologi, infatti, i liquidi con le più alte concentrazioni di nicotina dovrebbero essere classificati come categoria 4 – la stessa in cui rientrano i detersivi domestici –, e dunque le loro confezioni dovrebbero riportare solo un segnale di attenzione. Inoltre, la stragrande maggioranza dei liquidi in commercio, che hanno concentrazioni di nicotina al di sotto dei 25mg/ml o del 2,5%, non rientrano nemmeno nella categoria 4, per cui non richiedono alcun tipo di avvertimento.
Gli scienziati calcolano che più di 500 mg di nicotina sarebbero necessari per uccidere una persona. Sarebbe come bere più di due bottiglie di liquido da 10 ml contenenti una forte concentrazione del 2,5%. Poiché la nicotina è un potente emetico sarebbe molto difficile consumare una bottiglia senza vomitare.
ECITA ritiene che i rischi derivanti dall’ingestione accidentale di nicotina possono essere gestiti grazie all’utilizzo di tappi “a prova di bambino” e alla condivisione di forme di buon senso. L’associazione britannica invita inoltre tutti i suoi membri ad usare una chiara etichettatura sui prodotti che non lasci spazio a fraintendimenti.
“Si stima che oltre 29 milioni di cittadini europei svapano. Questo dimostra che è il momento per i politici di fare in modo che i loro funzionari diano informazioni corrette”, ha detto Katherine Devlin, presidente dell’organizzazione ECITA.
“Il lato positivo che stiamo osservando all’interno dei governi è una radicale rivalutazione delle e-cig. Come dimostrato dalle evidenze scientifiche, esse sono di gran lunga più sicure delle sigarette convenzionali e hanno permesso di abbassare i livelli di tabagismo a tutte le età. I politici stanno riconoscendo che le politiche di sanità pubblica devono essere basate su prove e non su ideologie o pregiudizi”, ha aggiunto la Devlin.
I funzionari di Bruxelles sono inoltre sotto accusa per aver grossolanamente esagerato con la stima della quantità di nicotina inalata attraverso le sigarette elettroniche. Nel report si legge che, utilizzando un liquido dalla concentrazione di nicotina massima consentita dalla normativa europea, ossia 20mg/ml, o 2%, la nicotina inalata è un terzo di quella che si assumerebbe dal fumo della sigaretta di tabacco.
“I dati del Bibra report sono corretti. L’UE continua a sbagliarsi, creando forme di allarmismo ampiamente manipolate dai media di tutto il mondo” commenta il prof. Polosa, reduce dal Forum mondiale sulla Nicotina tenutosi a Varsavia, dove ha parlato proprio delle bufale mediatiche sulla sigaretta elettronica. “Il pericolo nicotina è decisamente sovrastimato. La nicotina non è cancerogena, non provoca danni ai polmoni e ai dosaggi assunti dai fumatori non è un veleno. Gli sforzi della ricerca scientifica e delle normative europee dovrebbero invece concentrarsi sugli aromi presenti nei liquidi, per stabilire standard di qualità e sicurezza, come si fa già con gli aromi alimentari”.

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