Le continue ricerche dei medici del San Raffaele di Milano confermano che il Sars-cov2 colpisce con meno frequenza i fumatori.
Già lo scorso aprile, grazie alle ricerche di medici come Riccardo Polosa, Konstantinos Farsalinos e Raymond Niaura, i dati scientifici non segnalavano molti fumatori tra i malati di Covid.
Oggi, i medici del San Raffaele, tra cui Giovanni Landoni, Giulia Veronesi e Alberto Zangrillo, confermano che tra i pazienti ricoverati in ospedale a causa del Covid-19, il tasso dei fumatori è molto ridotto.
Questo è quello che emerge dal testo intitolato “Recent Exposure to smoking and covid-19” e pubblicato sul Critical Care and Resuscitation. Diverse istituzioni sanitarie ma stessi risultati, anche in Italia.
I ricercatori hanno condotto inoltre un’analisi degli studi disponibili su diverse riviste scientifiche e il risultato è lo stesso:
nei pazienti che hanno sviluppato il Covid-19 e che hanno richiesto terapia intensiva o ricovero in ospedale rispetto alla popolazione generale il tasso di fumo è basso.
Secondo i medici, negli ultimi mesi, il numero delle pubblicazioni delle riviste scientifiche è aumentato e le ipotesi sono tante e varie. Tra queste, la possibilità che la nicotina eserciti un ruolo “protettivo” nei confronti del virus.
Ma come ha sottolineato il prof. Riccardo Polosa durante il GFN 2020, è sulla qualità degli studi scientifici condotti in questi ultimi mesi che bisogna concentrarsi, fornendo dati chiari e ricerche aggiornate.
Da sottolineare però è che anche se tra i pazienti ospedalizzati risultano esserci meno fumatori, non bisogna mai abbassare la guardia, nonostante la necessità e l’impellenza di trovare delle risposte.