In un recente articolo comparso sul The Globe and The mail, il ricercatore Mark Tyndall, specializzato in malattie infettive, riduzione del danno e dipendenze, analizza sia la recente ondata di panico causata dai casi di sospetti avvelenamenti in USA, sia le ripercussione della scoperta di un caso simile in Canada.
Una migliore regolamentazione in USA e Canada è necessaria
Come è ormai noto, il proliferare negli Stati Uniti di patologie a danno dei polmoni con sintomatologie diverse tra gli svapatori, ha creato l’urgenza tra i legislatori di regolamentare ancora meglio la produzione e la vendita dei prodotti da svapo. È bene ricordare che a differenza del continente europeo, le leggi statunitensi sono meno rigide e più accomandati e lasciano purtroppo ampio spazio al commercio illegale di prodotti da svapo fai da te.
Ad aggravare la situazione, poi, il diffondersi di questa pratica tra i più giovani, più inclini, in mancanza di un coretto canale comunicativo, ad acquistare prodotti sulla strada. Circostanza che ha portato addirittura alla proposta che vieterebbero il commercio online della sigaretta elettronica e dei prodotti ad essa collegati.
Analizzando nel particolare la situazione canadese, Mark Tyndall ci spiega che, soprattutto tra i più giovani, la sigaretta elettronica sta godendo di una diffusione capillare:
Il 20% dei giovani intervistati ammette di aver svapato negli ultimi 30 giorni ma molti tra questi sono fumatori abituali.
E questo è il vero punto secondo l’esperto. La situazione che dovrebbe davvero destare allarmismo è che, nonostante le campagne di promozione antifumo, ci sono ancora milioni di ragazzini che iniziano a fumare in età adolescenziale.
La campagna di disinformazione mediatica crea allarmismo dannoso
L’atteggiamento sensazionalistico dei media d’oltreoceano ha avuto ripercussioni non solo in territorio americano ma anche su quello europeo: titoli esagerati e allarmistici hanno indotto i normali consumatori di prodotti da svapo a interrogarsi sulla reale pericolosità della sigarette elettronica.
Ammettendo che ad oggi non si conoscono gli effetti a lungo termine dello svapo, poiché parliamo di prodotti recenti, usciti da poco più di una decina di anni, è ormai provato che il consumo abituale delle sigarette convenzionale crea le ben note patologie associate al fumo.
A questo punto il discorso diventa più chiaro: Di fronte a una scelta tra ciò che è sicuro faccia male e ciò che invece, a detta anche di organi autorevoli come Public Health England, si presenta come il 95% meno pericoloso del fumo convenzionale, il risultato sia a livello is cheta personale che istituzionale dovrebbe essere scontato.
Il discorso sulla regolamentazione più efficace è stato affrontato di recente nel corso del meeting catanese dell’ente di normazione Europeo. La buona pratica industriale deve accompagnarsi a standard di qualità e sicurezza che devono essere al centro di qualsiasi percorso normativo per la corretta regolamentazione dei prodotti da svapo. Inoltre il tema degli standard di qualità e sicurezza e dei prodotti certificati e di sicura provenienza deve essere ben comunicato, e sopratutto indirizzato ai più giovani.
Le 15 morti negli Stati Uniti, per il ricercatore canadese, non sono un campanello d’allarme riguardante il pericolo di prodotti da svapo contenenti nicotina piuttosto una lezione di quanto le cose possano andare storte in un ambiente con carente regolamentazione specifica e un assetto informativo scarso.
Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.