Roma 29 Novembre 2017 – L’approvazione dell’emendamento Vicari, che riguarda il divieto di vendita delle sigarette elettroniche online e la successiva sentenza della Consulta che impone un’imposta a tutti i liquidi, anche quelli senza nicotina, ha creato la sensazione che si voglia spazzare via un intero settore.
Sono iniziati così i lavori della tavola rotonda che si è tenuta questa mattina a Palazzo Valdina a Roma (Camera dei Deputati) durante il quale si è cercato di fare luce sulle soluzioni in campo e sui margini di collaborazione tra industria, istituzioni e associazioni di categoria.
Il fronte parlamentare ha messo in campo diverse proposte: Barbanti (PD) ha affermato: “Il decreto fiscale è stato già approvato ma presenteremo subito un odg sull’argomento per trovare correttivi utili”, lo stesso Cariello (M5S), ha ribadito la possibilità di “presentare un ulteriore emendamento che si potrà discutere direttamente alla legge di bilancio”, così come Abrignani (ALA) ha ribadito la necessità di apporre correttivi alla norma.
“E’ inverosimile che in Italia, a differenza di altri Paesi, si aumentino ancora le tasse a un prodotto che, come dimostrato da tantissimi studi, riduce i danni da fumo, e non presenta rischi per la salute nemmeno nell’utilizzo nel lungo periodo. Sull’emendamento Vicari – ha ricordato il prof. Giancarlo Ferro, membro del Comitato Scientifico per la ricerca sulle sigarette elettroniche – c’è un interessante esercizio di de-responsabilizzazione della politica che demanda tutto il da farsi all’amministrazione”.
Al centro del dibattito una proposta legislativa, quella oggi approvata con il decreto fiscale, che è stata presentata – come detto da Eugenio Ceglia rappresentante del Ministero della Salute – “senza mai sentire i rappresentanti del Ministero”.
L’Italia è il primo paese che ha deciso di imporre una tassa sulle sigarette elettroniche. Il fatturato delle aziende italiane, infatti, è passato dai 450 mil del 2013 ai 300 mil del 2014 fino ai 60 mil del primo semestre 2015, con una diminuzione degli addetti al settore, passati dagli 8 mila del 2013 ai 2.500 attuali.
L’attuale tassazione sulle sigarette elettroniche ha decisamente mancato il bersaglio del gettito. Erano attesi 115 min di euro, ne sono entrati meno di 5 min. Inoltre, l’aumento delle accise ha comportato la proliferazione di fenomeni evasivi ed elusivi, principalmente dovuti alle carenze della normativa e alla mancanza di adeguati controlli amministrativi.
“Dobbiamo avere la possibilità di andare avanti” ha aggiunto Massimiliano Federici di COIV. Produttori, distributori e associazioni di categoria restano in attesa da parte del mondo politico di un reale contributo e sostegno. Erano presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria (ANAFE, COIV, UNIECIG, ANIDE e EIM), oltre a rappresentanti delle principali multinazionali del tabacco che hanno investito nel settore (BAT, Imperial Tobacco, JTI).
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.