“Voglio smettere di fumare per vanità” – è quanto leggiamo in un articolo pubblicato da una giovane trentenne alle prese con la gestione del suo blog e dei suoi stati d’animo.
Sara, infatti, è una giornalista che vive a Londra, ha 30 anni e dopo 15 anni ha deciso di diventare una ex fumatrice.
Nel suo blog la ragazza racconta la sua esperienza e le motivazioni che l’hanno portato ad abbandonare il tabagismo per la seconda volta. E sono proprio queste motivazione ad aver sollecitato la curiosità dei ricercatori LIAF.
Sara scrive: “Quando ho smesso di fumare la prima volta ero nel pieno di questa stagione della mia vita – riferendosi alla spensieratezza dei vent’anni quando ancora i sintomi legati al fumo non si erano manifestati intermanete – e a un certo punto ho deciso di ricominciare perché secondo me ne valeva la pena. Ora invece penso la pena non la valga più – continua -. Tanto vivo in uno Stato in cui neanche le banchine delle stazioni accettano la nicotina e non posso più fumare aspettando il treno che mi porti verso chissà quale nuova avventura. E, soprattutto, ora è iniziato il tempo di preservare. É quel tempo che precede la ristrutturazione e l’accettazione. E siccome ristrutturare è più difficile che accettare perché una volta che si è accettato allora non sarà più necessario ristrutturare spasmodicamente, allora io ho accettato che per me non è più stagione da fumo“.
Ebbene si, perchè come ci conferma il dott. Pasquale Caponnetto, dell’Università degli Studi di Catania: “Spesso si inizia a fumare per gioco e perchè i sintomi delle malattie fumo correlate sono avidi, arrivano sempre dopo che il danno è ormai fatto ma nel caso di donne fumatrici spesso ma, sopratutto in una determinata fascia d’età, la motivazione che spinge di più a smettere di fumare è legato ai danni estetici causati dal fumo, l’alito puzzolente, il profumo che non dura, le dita gialle, i denti gialli e l’affaticamento”.
Peraltro, quanto affermato dalla nostra blogger ci riporta ad un argomento particolarmente caro a LIAF, ovvero la regolamentazione del divieto di fumo. Più volte abbiamo affrontato questo problema, sopratutto nelle sedi opportune del Parlamento italiano e di quello Europeo ma è proprio l’affermazione di Sara che testimonia quanto da noi più volte sostenuto: “Vivo in uno Stato – si riferisce all’Inghilterra – in cui neanche le banchine delle stazioni accettano la nicotina e non posso più fumare aspettando il treno che mi porti verso chissà quale nuova avventura”.
Se pensiamo che in Italia i primi a non rispettare il divieto di fumo nei luoghi pubblici sono proprio gli stessi Parlamentari che hanno emanato la Legge Sirchia, è ben facile comprendere che: “Dobbiamo agire ed in fretta” – come dice il prof. Riccardo Polosa. “Non possiamo più attendere perchè perdiamo migliaia di vite ogni giorno e regolamentare il divieto di fumo e l’utilizzo della sigaretta elettronica come alternativa per smettere di fumare, è davvero urgente”.
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Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.