Secondo appuntamento con la rubrica dedicata agli “influenti dello svapo“. Oggi, Valeria Nicolosi e Gabriella Finocchiaro incontrano Stefano Caliciuri, la voce più autorevole dell’informazione giornalistica italiana dedicata al mondo del vaping.
Giornalista, vaper e fondatore di SigMagazine, Caliciuri è considerato il guru dell’informazione di settore. Sempre attento alle novità, non lascia mai nulla al caso. Le sue battaglie giornalistiche sono state baluardo di numerosi traguardi raggiunti per una migliore regolamentazione delle sigarette elettroniche in Italia. Accanto a lui, Barbara Mennitti, “colonna portante” del suo lavoro e della sua vita.
SigMagazine, la rivista di cui lei è direttore, è considerata la testata giornalistica più autorevole nel settore del vaping. Come è iniziato tutto? Come è nata l’idea del giornale?
Avevo da poco iniziato a utilizzare la sigaretta elettronica e volevo informarmi sui liquidi, sull’hardware e sulle aziende del settore. Non trovai nulla. Decisi quindi di unire la mia professione con la passione. Sigmagazine è nato così, per colmare un vuoto di informazione specialistica. Nel 2015 è stata registrata la testata online in Tribunale; nella primavera del 2017 è poi nato il giornale di carta, il bimestrale d’approfondimento rivolto agli operatori che ogni due mesi viene distribuito in tutti i negozi. Io sono il volto, l’immagine pubblica di Sigmagazine, ma non sarei onesto se non citassi la vera colonna portante della redazione: Barbara Mennitti, conosciuta diciassette anni fa al corso di preparazione all’esame di Stato per giornalisti, diventata poi mia moglie.
Lei oggi è uno svapatore ma ha mai fumato? E come è arrivato alle ecig?
Ho fumato per quasi 25 anni una media di trenta sigarette al giorno. Fumare mi piaceva, non avevo mai preso in considerazione l’idea di smettere, cosa che invece aveva tentato di fare più volte mia moglie. La accompagnai in un negozio di sigarette elettroniche, lei accettò l’offerta della negoziante di acquistare un kit doppio di Ego, quelle con il phantom per intenderci. Passammo quasi due ore ad assaggiare i liquidi. La mia diffidenza iniziale rapidamente si trasformò in curiosità. Rimani estasiato: mi affascinava l’idea di avere in bocca un sapore sempre diverso pur continuando a soddisfare il mio bisogno di nicotina. Per qualche mese ridussi drasticamente le sigarette tradizionali sino al giorno in cui non sentii più la necessità di entrare dal tabaccaio.
Il settore dello svapo ha vissuto grandi momenti altalenanti, dal boom iniziale, si è passati ad un netto declino per poi tornare pian piano a risalire. Secondo lei quale sarà il futuro dello vaping in Italia?
Inarrestabile certamente, più stabile quasi sicuramente; meno affollato probabilmente. Sino all’anno scorso le aziende erano vessate da una tassazione straordinaria e spropositata che ha creato disordine nel commercio, soprattutto dei liquidi. Da quest’anno credo che si sia trovata una giusta linea di compromesso: pagare meno, pagare tutto e tutti. In questo momento credo che l’offerta sia più alta della domanda; cioè il mercato mi sembra saturo di prodotti, ben più di quanti ne occorrerebbero. Sarà comunque il tempo e il mercato a decidere. In ogni caso la diffusione della sigaretta elettronica sarà forse lenta ma, come detto, certamente inarrestabile. Non solo in Italia ma in tutto il mondo. Le multinazionali del tabacco lo hanno ormai capito da tempo, tant’è che negli ultimi tempi stanno mettendo in campo politiche di comunicazione e marketing molto aggressive.
Usare le ecig per ridurre i danni da fumo. Lo hanno capito gli italiani o siamo ancora indietro rispetto agli altri Paesi?
È sempre difficile far cambiare le abitudini. Spesso occorre un intervento esterno che ti costringa a farlo. Vedi ad esempio l’obbligo delle cinture di sicurezza in auto o del casco in moto. Oggi nessuno mette in discussione che questi due accessori riducano il danno a seguito di incidenti stradali. Eppure se non ci fosse stato un obbligo di legge, probabilmente saremmo ancora liberi di circolare in totale insicurezza. Dico questo perché anche per le sigarette elettroniche potrebbe esser condotta una analoga strategia da parte del legislatore, soprattutto sul fronte della comunicazione istituzionale. Non servono chissà quali campagne milionarie o leggi restrittive sul tabacco, basterebbe prendere esempio dal Regno Unito e utilizzare i medici di base così come i social, le conferenze stampa del Ministro così come le partecipazioni ad eventi pubblici per promuovere e instillare giorno dopo giorno messaggi di riduzione del danno.
E’ facile lavorare nel mondo della comunicazione della Salute in Italia?
Lavoro nell’ambito dell’informazione da venticinque anni. Sono giornalista professionista da diciassette. Tutto è facile se si possiedono gli strumenti e le competenze professionali adeguate. Le regole e la struttura per scrivere un articolo sulla caduta di un governo o su una partita di baseball o su una festa di laurea sono sempre le stesse. Purtroppo gli ultimi anni hanno visto il proliferare della cosiddetta “informazione del copia-incolla”. Le notizie non vengono più verificate, si rincorre la quantità e si sottovaluta la qualità degli articoli. Non si conoscono le differenze tra le notizie dirette, indirette, riportate, tra fonti e citazioni. Tutto a discapito dell’informazione e della verità. Un tema delicato come la salute delle persone dovrebbe essere verificato, sviscerato; una ricerca letta e riletta; uno studio analizzato e compreso. Purtroppo spesso vengono copiati i titoli dei comunicati stampa e rilanciati per avere un paio di clic o per creare sensazionalismo. Per rispondere alla sua domanda: potrebbe essere facile se non occorresse ogni giorno fare i conti con la disinformazione del web. Quando una banalità o una sciocchezza dilaga sul web non è mai facile contrastarla e smentirla. Diciamo però che la colpa è perlomeno da dividere con gli utenti dei social che spesso commentano e condividono articoli senza neppure averli letti. Una pessima abitudine purtroppo figlia del nostro tempo. Ma non bisogna mollare, l’informazione di qualità alla lunga premia sempre. E con Sigmagazine cerchiamo di dimostrarlo quotidianamente.
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.