Smettere con i metodi tradizionali o con il vaping? Quanto è sicuro svapare? Quali sono le evidenze dietro al mondo dello svapo?
Avere accesso ad una corretta informazione quanto si parla di riduzione del danno non è mai facile: da un lato esistono prove ormai avvalorate sui benefici per la salute di chi decide di smettere passando al vaping.
Dall’altro, le maggiori autorità sanitarie internazionali si mostrano restie nell’accettare metodi di cessazione alternativi a quelli tradizionali, temendo che questa scelta possa in qualche modo impedire di raggiungere l’obiettivo di un mondo senza tabacco.
È per sfatare alcuni dei miti che potrebbero impedire a un fumatore di smettere grazie agli strumenti a rischio ridotto, che il dott. Colin Mendelsohn, fondatore e direttore di ATHRA, Australian Tobacco Harm Reduction Association, ha deciso di scrivere il libro “Stop Smoking Start Vaping”, un viaggio nel mondo del fumo elettronico e delle evidenze scientifiche a sostegno.
Nella nostra intervista, abbiamo chiacchierato sulla recenti conclusioni del COP9 e su cosa si debba aspettare di trovare in questo libro.
Dott. Mendelsohn, perchè ha deciso di scrivere questo libro?
Principalmente per la disinformazione che aleggia intorno al mondo del vaping e della nicotina.
In quanto medico, ho lavorato con i fumatori per oltre 30 anni. E ho visto quanto sia difficile smettere. Durante questo periodo, ho visto quanto il vaping abbia aiutato tutte quelle persone che non avrebbero smesso con altri metodi.
E queste persone sono diventate molto più sane di conseguenza.
La mia esperienza con i vapers si trova d’accordo con quanto ho letto nelle ricerche: penso che il vaping abbia un enorme potenziale per migliorare la salute pubblica, per diminuire i tassi sul cancro, sulle malattie cardiache e polmonari e per soppiantare il fumo.
Il libro mira a fornire alle persone delle informazioni scientifiche valide, le giuste informazioni, non quelle che si leggono nei media, informazioni sul vaping che possano permettere ai fumatori di crearsi una propria opinione, e prendere decisioni “informate” e se, dunque, approcciare il vaping o no per smettere.
Ha appena accennato alla disinformazione sul vaping: questo strumento aiuta davvero i fumatori a smettere? E più sicuro? Che differenza esiste tra lo smettere di fumare con i metodi tradizionali e smettere con il vaping?
Il vaping è uno strumento unico nel fornire la quantità di nicotina di cui i fumatori sono dipendenti e di cui hanno bisogno.
Ma allo stesso tempo permette di mantenere gli aspetti ritualistici collegati al fumo.
È di questo che i fumatori sentono più la mancanza quando smettono, ovvero l’insieme delle sensazioni connesse al fumo: il vaping soddisfa sia questi aspetti sia quello della dipendenza da nicotina.
E rende più facile smettere perché ti permette di rinunciare a molto meno.
Per questa ragione penso sia un metodo più efficace. Le persone hanno tassi di ricaduta meno alti rispetto che gli altri metodi per smettere.
Penso che sia per questo che le prove dimostrano che è più efficace delle terapie sostitutive a base di nicotina. Una recente review inglese dimostra che molto probamente il vaping è più efficace di tutti gli altri metodi disponibili per dire addio alla sigaretta.
Recentemente l’Australia ha varato delle nuove regole per l’accesso alla nicotina e al vaping. Pensa che queste regole avranno conseguenze sui fumatori australiani?
I tassi dei fumatori in Australia negli ultimi 5/6 anni sono scesi molto più lentamente rispetto a paesi dove il vaping e più diffuso, come l’Inghilterra.
Pensiamo che questo sia connesso alle difficoltà nell’accedere al prodotto.
Il primo di ottobre il governo ha varato norme molto severe riguardo al vaping, a cui si ha accesso solo grazie alla prescrizione medica.
Questo ha creato una situazione ridicola dove è più facile acquistare sigarette mortali che comprare i prodotti del vaping, più sicuri. E questo sicuramente avrà ripercussioni.
Io penso che sarà molto più difficile per i fumatori passare al vaping perché diventerà più difficile avere accesso alla nicotina, anche perché i dottori prevalentemente si oppongo a questi strumenti ed è diventato molto difficile avere le prescrizioni stesse.
E ritengo che potremmo avere alti tassi di ricadute proprio per queste difficoltà e noteremo un incremento del mercato nero della nicotina, che già esiste, così come un aumento delle persone che decideranno di produrre i propri mix da soli, con un conseguente aumento dei rischi connessi a tale pratica.
Ma il problema principale è uno: stiamo rendendo una alternativa più sicura, che noi sappiamo aiutare i fumatori, molto più difficile da ottenere rispetto al fumo che a oggi uccide 2 fumatori su 3.
Riguardo al COP9, cosa pensa delle conclusioni a cui sono arrivati?
Penso che siano arrivati alle conclusioni che ci aspettavamo. Sfortunatamente l’atteggiamento verso il vaping e l’harm reduction non è molto scientifico.
L’OMS ha questa lunga storia di opposizione al vaping che è difficile da capire quando si guardano le prove che sostengono il contrario.
L’informazione media che forniscono si basa sull’esagerare i rischi e ignorare le prove del successo del vaping e della maniera in cui il vaping sta soppiantando il fumo in altri paesi. E questo è molto deludente.
Sono abbastanza ossessionati dall’industria del tabacco e vorrebbero vedere una società libera dalla nicotina, ma, ovviamente, questo va contro le teorie di riduzione del danno.
Un approccio che, purtroppo, ha molta influenza sui paesi a basso e medio reddito, soprattutto in quelli dove i tassi di fumo sono molto alti.
Che messaggio vuole mandare a un fumatore che vuole smettere e vorrebbe leggere “STOP SMOKING START VAPING”?
Io penso che i fumatori debbano sapere che non c’è alcun dubbio che la miglior scelta per loro sia smettere del tutto.
Se non ci riescono, la seconda miglior opzione è passare il vaping. Svapare migliora significativamente la tua salute, sei esposto a molte meno tossine rispetto al fumo e avrai più soldi, migliori capacità respiratorie e migliori la qualità di vita delle persone intorno a te.
Nonostante quello che si legge, è importante sapere che il vaping è molto più sicuro del fumo e sono un convinto sostenitore di questa decisione, se è quella che le persone decidono di adottare.
Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.