Il fumo è prima causa dell’insorgere del tumore del cavo orale. Per tutti i tumori del cavo orale i principali fattori di rischio sono il fumo di sigaretta convenzionale, il consumo di alcol e qualunque condizione di traumatismo della superficie interna della bocca.
In occasione della Giornata Nazionale dedicata alla prevenzione del tumore del cavo orale, ospite della redazione di LIAF è il professore Alberto Bianchi, docente di di Chirurgia Maxillo Facciale dell’Università degli Studi di Catania.
Quali sono i tumori del cavo orale causati dal fumo?
“Il territorio di interesse del chirurgico maxillo – facciale ha come confine alto il cranio mentre il campo di interesse basso è il collo. I tumori che interessano il distretto del volto sono circa l’8%. Di tutti questi tumori, la metà interessano il cavo orale (guance, lingua, pavimento della bocca, etc) e di questa percentuale la stragrande maggioranza sono tumori di tipo epiteliale, che nascono quindi dalle irritazione alle mucose. Quello che risente del fumo è il carcinoma spino-cellulare in cui la mucosa del cavo orale è interessata dagli stimoli cronici causati dal fumo e spesso anche dall’abuso di alcol”.
C’è una differenza di sesso nella percentuale di pazienti affetti da tumore del cavo orale?
“Generalmente no, soprattutto in Italia dove il fumo è diffuso in percentuale non molto disuguale tra uomini e donne. Semmai, la differenza è legata alla presenza o meno di stimoli irritativi. All’inizio del 900, ad esempio, il carcinoma era tipicamente maschile perché il tabagismo era più diffuso tra gli uomini. Nei paesi in cui ancora oggi è diffuso l’uso del tabacco masticabile, il tasso di prevalenza di carcinoma del cavo orale è molto alto”.
Qual’è il modo migliore per prevenire l’insorgere di questo tumore?
“Basta andare dal dentista per una visita di prevenzione. Il medico dentista è edotto ed è in grado di riscontrare tutti i segni iniziali tipici e allarmistici della presenza del tumore. Ogni lesione ulcerata del cavo orale si dovrebbe risolvere generalmente entro 15 giorni. Se così non è, l’allarme tumore è già abbastanza alto. Proprio per questo è necessario farsi vedere da un dentista nel più breve tempo possibile. La biopsia è un dogma per questo tipo di lacerazioni.
Io credo che il punto centrale sia fare vedere alla popolazione le immagini dure del cancro. Bisogna unire il messaggio della guarigione al messaggio della malattia. Il tumore al volto non colpisce solo il volto ma anche la propria identità. Viene colpita la centralità della persona che si vede privata spesso anche della sua capacità relazionale”.
Si può guarire da questo tipo di tumore?
“Dipende chiaramente dai singoli casi e soprattutto da quando il tumore viene diagnosticato. Se, come avviene spesso nelle città del sud, il tumore è diagnosticato tardivamente, la guarigione è molto più complessa. Generalmente, però, nella stragrande maggioranza dei casi la percentuale di guarigione è molto alta”.
Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.