Il risultato di una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Nature Genetics afferma che le cause dell’insorgenza dei tumori polmonari nei non fumatori vanno ricercate nell’accumulo di mutazioni genetiche, provocate da processi naturali sviluppati nell’organismo e che portano una cellula ad impazzire e sviluppare la neoplasia.
Lo studio si ispira per la prima volta alla musica: piano, mezzo-forte, forte.
La descrizione delle mutazioni che scatenano il tumore dei polmoni in chi non ha mai fumato sono diverse da quelle finora identificate nei fumatori, dipendono da processi naturali interni alle cellule e la loro scoperta, frutto di una ricerca internazionale, segna un importante passo in avanti verso terapie personalizzate e diagnosi più precise.
Questo studio introduce per la prima volta una importante novità. La comunicazione scientifica cambia linguaggio e utilizza metafore riconoscibili che possono meglio far comprendere i risultati della scienza. Nello specifico, i ricercatori hanno assegnato ai tre sottotipi nomi ispirati alla musica, in riferimento al livello di rumore, ossia di quantità di mutazioni che li scatenano. Così ‘piano‘ corrisponde al gruppo più numeroso, che ha così tante mutazioni da essere difficile da trattare e nel quale la formazione del tumore avviene molto lentamente, nell’arco di anni. Il sottotipo ‘mezzo-forte‘ presenta le mutazioni nel gene Egfr, di solito alterato in molte forme di tumore del polmone, e comporta uno sviluppo più rapido della malattia. Il sottotipo ‘forte‘, infine, è originato da un meccanismo genetico più simile a quello visto nei tumori dei fumatori e si sviluppa velocemente. Sulla base di queste differenze diventa ora possibile calibrare diagnosi e terapie.
La ricerca è stata coordinata dall’italiana Maria Teresa Landi, che dopo il dottorato in Epidemiologia Molecolare nell’università di Milano, da molti anni si è stabilita negli Stati Uniti, dove lavora nella Divisione di Epidemiologia e Genetica del National Cancer Institute dei National Institutes of Health, a Bethesda. Importante la partecipazione italiana nella ricerca, con le fondazioni Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, Ca’ Granda Ospedale Maggiore di Milano e Regina Elena di Roma, Università di Bari.
Lo studio che si ispira alla musica
Degli oltre due milioni di persone cui ogni anno viene diagnosticato il tumore del polmone, la maggior parte sono fumatori e si calcola che solo una piccola parte, fra il 10% e il 15%, non abbia mai fumato. Che alcuni si ammalassero per l’esposizione al fumo passivo o ad altri fattori ambientali, dal radon a inquinanti, era noto. Ciò che non lo era ad oggi, il meccanismo che fa ammalare chi non fuma. I primi dati arrivano adesso dalla ricerca coordinata da Landi e basata sulla sequenza del Dna di tumori prelevati da 232 pazienti che non avevano mai fumato e con il tumore del polmone, il 75% dei quali donne e dall’età media di circa 65 anni.
“Quello che stiamo vedendo è che ci sono diversi sottotipi di carcinoma ai polmoni nei non fumatori che hanno caratteristiche molecolari e processi evolutivi distinti”, ha osservato la Landi. “In futuro – aggiunge – potremmo essere in grado di avere trattamenti diversi basati su questi sottotipi”.
Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.