giovedì, Novembre 21, 2024
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Un anno nello spazio: ora vi spiego come superare l’isolamento

“Sono stato un anno nello spazio: ora vi spiego come superare l’isolamento” – così esordisce Scott Kelly (un’astronauta della NASA in pensione che ha trascorso quasi un anno su una stazione spaziale) in un interessante articolo del New York Times.

Il sentirsi bloccati a casa può valere come una sfida. Per Scott Kelly vivere quasi un anno su una navicella spaziale non è stato facile. Stare e “vivere” nello spazio è un’attività che va avanti senza interruzione. Oggi, Scott, ha deciso di condividere con il mondo alcuni suggerimenti perché crede che possano tornare utili considerato che a causa del COVID-19 siamo bloccati all’interno delle nostre abitazioni.

Seguire un programma

Sulla navicella spaziale il tempo di Scott era sempre programmato, da quando si svegliava a quando andava nuovamente a dormire. Seguire un programma può essere molto utile per te e per il resto della tua famiglia, un programma prestabilito può aiutare a scandire meglio le ore della tua giornata, sia a livello lavorativo che a livello familiare.

Rilassati

Scott, vivendo per molto tempo nello spazio, ha avuto l’opportunità di riflettere su stesso e ha riscoperto il piacere della condivisione. Lui e gli amici con i quali condivideva la navicella organizzavano delle serata a tema cinema. Ha avuto la possibilità di guardare ben due volte Game of Thrones, per esempio. In momenti del genere, assicurarsi di dormire bene è molto importante. La qualità del sonno, secondo gli scienziati della NASA che studiano il comportamento degli astronauti, è fondamentale per affrontare un periodo molto lungo all’interno di una stazione spaziale e può esserlo anche per tutti noi che dobbiamo affrontare la quarantena a casa, soprattutto perché influisce sulle capacità intellettive, sull’umore e sulle relazioni interpersonali.

Uscire

Quello che mancava maggiormente a Scott mentre era nello spazio era uscire fuori e godersi la natura. Sicuramente è anche quello che sta mancando a molti di noi in questo preciso momento. Sentirsi confinati in spazi ristretti fa crescere il desiderio di uscire e passeggiare all’aria aperta, sentire il sole sul proprio viso ecc. Scott racconta che i suoi colleghi erano soliti mettere in sottofondo i suoni della natura e immaginavano di essere sul pianeta Terra. Avete mai pensato di fare lo stesso? Non c’è bisogno di fare esercizio per due ore e mezza al giorno come gli astronauti, ma muoversi una volta al giorno dovrebbe essere parte della nostra routine.

Hobby

In questo momento per molti di noi un hobby potrebbe trasformarsi in uno sbocco che permetterebbe di svolgere la giornata diversamente, in un modo migliore rispetto a quello che ci eravamo prefissati. C’è bisogno di qualcosa che non sia solo il lavoro e che ti permette di tenere in ordine l’ambiente in cui ti trovi. Si può leggere, anche Scott lo ha fatto, portando con sé molti libri. Molte librerie indipendenti offrono servizi di consegna a domicilio. Così facendo potremmo anche contribuire e supportare molte piccole aziende locali, supportare un business. Tra gli hobby che potremmo coltivare in quarantena ci sarebbe anche quello di imparare a suonare uno strumento musicale, tra i suggerimenti di Scott.

Tieni un diario, scrivi

La NASA che ha studiato per decenni gli effetti dell’isolamento sugli astronauti, ha rivelato l’utilità che può avere la scrittura. Soprattutto in questo momento storico che siamo costretti a ripetere quotidianamente quasi sempre le stesse azioni, potrebbe essere molto proficuo descrivere quello che stiamo vivendo su un diario, magari sotto forma di ricordi, per mantenere le cose in prospettiva.

Tempo per le connessioni umane

L’isolamento potrebbe risultare dannoso sia per la nostra salute mentale che per quella fisica. È fondamentale, per combattere questo virus, trovare il tempo di connettersi con gli amici e i familiari tramite delle videocall. Anche Scott, quando era nello spazio, trovava il tempo di connettersi con la famiglia.

Ascolta gli esperti

Scott, durante la permanenza all’interno della stazione spaziale, ascoltava il parere degli esperti e di tutti coloro che avevano vissuto la stessa esperienza prima di lui. Oggi, la disinformazione non ci aiuta, motivo per cui è molto importante selezionare le notizie vere e distinguerle da quelle che sono delle fake news. Scegliere delle fonti per restare aggiornati è di primaria importanza.

Siamo tutti connessi

Quello che il COVID-19 ci sta mostrando e forse anche insegnando è che siamo tutti interconnessi tra di noi, tutto il mondo sta condividendo la stessa esperienza, la stessa situazione, nel bene e nel male quello che ci sta unendo è molto più grande rispetto a quello che ci separa. Se saremo tutti connessi, riusciremo a risolvere questa situazione in meno tempo.

Scott Kelly conclude dicendo che ha visto molti esseri umani lavorare assieme e vincere delle sfide molto difficili. L’unico modo per vincere questa battaglia è riuscire a collaborare. 

Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.

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