mercoledì, Ottobre 30, 2024
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USA: fumo un’abitudine in via di estinzione tra i giovani americani 

Secondo i dati del National Health Interview Survey 2022 recentemente pubblicati, il fumo di sigaretta è un’abitudine che sta scomparendo tra i giovani americani, raggiungendo minimi storici

In terra americana, la lotta tra il fronte anti-tabacco e la cauta apertura ai dispositivi elettronici a rilascio di nicotina, come valida alternativa nei percorsi di cessazione, si gioca a colpi di statistiche.

L’atteggiamento del CDC, il Centers for Disease Control and Prevention, è passato da un atteggiamento di chiusura totale, all’ammissione che le sigarette elettroniche abbiano il potenziale per aiutare i fumatori adulti nei percorsi di cessazione, qualora ovviamente vengano impiegate come sostituti completi del fumo di sigaretta.

Secondo i dati pubblicati dal National Health Interview Survey, un rapporto che monitora i dati generali sulla salute degli americani, le statistiche sul fumo combusto stanno raggiungendo i minimi storici, soprattutto in specifiche fascia di età. 

Se analizziamo l’andamento dei dati dal 2014 al 2022, i tassi sul fumo tra gli adulti americani sono crollati dal 16.8% all’11.6%. Nello stesso periodo, i tassi sull’uso di dispositivi per il vaping sono aumentati dal 3.7% nel 2014 al 6% nel 2022. 

Ma il dato più sorprendente arriva dall’analisi della fascia di età 18-24 anni, ovvero quella dei giovani adulti americani.

In quest’ultima, infatti, i dati del 2014 mostrano una prevalenza del 16.6% del fumo di sigaretta, identica quindi alla media americana generale, ma nel 2022 la percentuale di utilizzo è scesa al 4.8%, dimostrando un’impressionante diminuzione del 71%. Nello stesso periodo, invece, l’utilizzo di sigarette elettroniche è aumentato.

Dati che attestano come il fumo di sigaretta rappresenti un’abitudine ormai in via di estinzione tra i giovani americani. Non solo, ma i dati ci restituiscono una realtà ancora più articolata all’interno della quale si può dichiarare tranquillamente che l’uso di ecig non debba essere inteso come una porta di accesso al fumo di sigaretta. 

Conferme arrivano anche dal numero di sigarette elettroniche vendute in territorio americano, il cui mercato sale a 22.7 milioni di vendite dal 2020 al 2022.

Nonostante i dati incoraggianti che sembrano spingere verso ovvie considerazioni e che comunque dovranno essere supportati da studi nel lungo periodo per poter arrivare a indicazioni precise e veritiere sugli effetti in termini di salute del consumo di ecig, esistono ancora sacche di resistenza alle strategie di riduzione del danno che provengono da alcune associazioni di professionisti e che rappresentano il pensiero sanitario mainstream americano.

In ultimo, un comunicato dell’American Heart Association, che avverte dei potenziali rischi connessi all’uso di sigarette elettroniche, i cui componenti causerebbero un aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco e sconsigliandone l’uso nei percorsi di cessazione. Recenti revisioni sistematiche, invece, dimostrano che non ci sono evidenze tali da supportare alterazioni a livello cardiocircolatorio conseguenti all’uso di ecig. 

Il mondo del consumo elettronico di nicotina necessita di ulteriori approfondimenti scientifici, ma deve beneficiare dello stesse possibilità riservate ad altri campi di indagine: se le prove ci indicano una determinata direzione, non devono essere interpretate in maniera erronea solo per giustificare un atteggiamento di chiusura o essere totalmente ignorate, precludendo la possibilità a milioni di fumatori che desiderano smettere di poter finalmente cambiare le proprie scelte .

chiara nobis

Giornalista praticante, collabora con LIAF, dove scrive di salute e attualità. Appassionata di sport, con un passato da atleta agonista di sci alpino, si diletta nell'indagare le nuove frontiere della comunicazione e della tecnologia, attenta alla contaminazione con generi e linguaggi diversi.

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