Un interessante articolo della BBC spiega come e perché le restrizioni sul vaping potrebbero far aumentare di nuovo il numero di fumatori nel mondo.
Il primo dato da considerare è che la maggior parte dei fumatori, in genere, inizia a fumare molto presto. Il fumo, all’età di quindici anni, viene considerato quasi come un atto/rito romantico, un momento di “evasione” che permette di superare attimi di ansia o di stress che si vivono nella vita quotidiana. Si pensi ai ragazzi che frequentano ancora il liceo, o agli studenti universitari prima di un esame.
L’idea del fumo è terribilmente associata ad un antistress. Quando il primo tira si fa a quindici anni, si arriva ai venti fumandone sempre di più, poi ai trenta e cosi via … ma quello che contemporaneamente è il senso di colpa e la voglia di smettere che non si associa alla forza di farlo davvero.
Negli ultimi mesi, negli Stati Uniti diversi avvenimenti hanno stravolto alcuni processi di smoking cessation facendo tornare migliaia di fumatori di nuovo al fumo.
Per una breve cronostoria, ricordiamo in primis il fenomeno JUUL (le sigarette elettroniche che hanno fatto tremare le multinazionali del tabacco) e l’ascesa incredibile del numero di utilizzatori che nel giro di poche settimane hanno cambiato le proprie abitudini tabagiche. Poi, purtroppo, la tremenda e misteriosa malattia che ha preso il nome di EVALI. Un’epidemia che ha causato vittime, soprattutto giovani, ustioni chimiche e trapianti polmonari. La causa, come tutti sappiamo, è da considerare relativa alle tracce di THC ritrovate all’interno degli strumenti utilizzati.
Ciononostante, il “panico morale” e spesso non giustificato relativo alla causa di questa epidemia, secondo alcuni esperti, sembrerebbe non chiaro. E sebbene, la prudenza in alcuni casi non è mai troppa, in questo ha proprio stravolta la cronaca quotidiana deviando il pubblico dalla conoscenza della reale causa dell’epidemia.
Questo ha fatto si che le autorità iniziassero una battaglia contro lo strumento, sia sul piano del commercio, sia su quello della regolamentazione. Il risultato è stato un continuo allontanarsi dei fumatori da uno strumento di riduzione del danno. Ricerche e studi, sappiamo, dimostrano che le elettroniche possono essere due volte più efficaci dei cerotti alla nicotina, delle gomme e degli spray. Motivo per cui le autorità sanitarie inglesi promuovono il vaping come strumento per smettere definitivamente.
Nel Regno Unito quasi 50.000 persone hanno smesso di fumare grazie all’utilizzo delle Ecig. In America sono all’incirca 480.000 le persone che muoiono ogni anno a causa del fumo, considerato ancora il nemico n. 1 della salute pubblica.
Ciò significa che la costante attenzione data ai limiti verso le elettroniche potrebbe riportare gli ex fumatori alle sigarette convenzionali.
In generale, negli Stati Uniti, sta diventando difficile acquistare qualsiasi tipo di sigaretta elettronica ed il risultato non sembra altro che l’aumento del numero dei fumatori.
Martina Rapisarda ha conseguito la laurea triennale in Lettere Moderne e la Laurea Magistrale in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Catania. Ama il cinema, le serie tv e il teatro. Ha fatto parte dell’associazione culturale “Leggo”. Ha lavorato presso il Centro CInAP dell’Università degli Studi di Catania, curandone la comunicazione, i social media e l’organizzazione degli eventi in ambito universitario. L’interesse per la scrittura, e per i temi che riguardano la salute prima di tutto, l’ha portata a collaborare con Liaf dopo un percorso di successo che si è concluso con l’abbandono definitivo della sigaretta convenzionale. Il suo ruolo all’interno del team è quello di copywriter.